«Il soldato che vince non è mai così grande come quando si inchina davanti al soldato vinto»
Il noto regista Edoardo De Angelis e lo scrittore Sandro Veronesi sono gli autori del libro Comandante (Ed. Bompiani, pag. 153).
Nel volume sono narrati fatti ed eventi realmente accaduti che vedono protagonista il comandante del sommergibile Cappellini Salvatore Todaro durante la seconda guerra mondiale, in pieno regime fascista.
Gli uomini che si imbarcano con lui lo reputano un fachiro, un mago perché non dorme mai e fa esercizi di yoga per sopportare un busto d’acciaio che lo tiene imprigionato togliendogli quasi il respiro, ricordo di una precedente infausta missione. Ma il Comandante è una roccia e stavolta nel superare lo stretto di Gibilterra ne esce non solo vittorioso ma da eroe per aver salvato la vita agli uomini dell’equipaggio della Kabalo, una nave nemica belga affondata.
Salvatore Todaro è consapevole di aver messo a repentaglio la sua vita e quello dei suoi marinai e di contravvenire agli ordini. Ma conosce in quel momento soltanto le leggi del mare. Quegli uomini non sono nemici né soldati ma profughi e come tali devono essere salvati. E alla fatidica domanda del perché lo ha fatto risponde con fierezza: «Perché noi siamo italiani».
Il libro ci trasporta dalle prime pagine in quel mondo marino fatto di salsedine e di luci offuscate ma anche di sudore, di spazi ristretti e di paura. Il rumore delle onde del mare che si frangono in spuma sull’acciaio del Cappellini si mescola alle voci dialettali dell’equipaggio, proveniente da ogni parte d’Italia. E incontriamo Marcon , esperto nocchiero che parla con il comandante in veneziano, Mulargia che si esprime in sardo per non svelare ai tedeschi il contenuto dei messaggi cifrati, il cuoco Giggino Magnifico e il marconista Schiassi, l’ufficiale di bordo Stiepovich, il corallaro Stumpo e alcuni marinai della Kabalo: Reclercq, Vogels e altri ancora.
Leggendo ci sembra di essere anche noi ospiti del Cappellini e di condividere le scelte del comandante. E vediamo accanto a noi anche sua moglie Rina e tutte le sorelle, spose , mamme e puttane che con le loro lacrime e le loro carezze accompagnano i sogni e i desideri di questi giovani combattenti. Le loro voci si mescolano alle nostre e i pensieri ci trasportano ai giorni nostri e al triste fenomeno migratorio.
De Angelis e Veronesi che in appendice ci elencano le divinità marine dalle mitologie africane a quelle cinesi, concludono il libro con queste parole attribuite a Salvatore Todaro: «Io sono di nuovo pronto a colpire e affondare tutti i nemici che incontrerò sul mio cammino e a ridiventare invulnerabile quando salverò la loro vita. Così si è sempre fatto in mare, così sempre si farà. E coloro che non lo faranno saranno maledetti».
Il libro sarà presto un film per la regia di Edoardo De Angelis e vedrà come protagonista Pierfrancesco Favino nel ruolo di Salvatore Todaro.