«Le cose mal fatte sono un male così grande da non potersi dire; io bramo di costruirle di nuovo e sedere su una collinetta verde, in disparte, con la terra e il cielo e l’acqua, rifatti, simili a uno scrigno d’oro per i miei sogni dell’immagine di te che fa fiorire una rosa nelle profondità del mio cuore» W.B . Yeats
Il libro Certe stazioni di Lucia Intartaglia, pubblicato dalla Casa Editrice Harmakis nella sezione Narrativa nel 2016 è un piccolo gioiello letterario. I 14 brevi racconti che lo compongono traggono ispirazione dalla vita della stessa autrice che ci conduce a conoscere familiari e pazienti alla ricerca di risposte sulla vita e sull’amore in tutte le sue sfaccettature. Sono tutte storie al femminile perché la protagonista è una donna Sarah e perché la sua sensibilità tocca corde profonde del cuore e dell’anima che solo l’altra metà del cielo può esplorare con rigore quasi scientifico e costante introspezione.
Il titolo del libro rimanda al viaggio attraverso le soste obbligate in stazioni di partenza a cui la vita ci sottopone, una sorta di Via Crucis laica dove al termine troviamo lo stesso dolore: la morte di un Figlio divino e quella di un figlio d’oro che fa fiorire una rosa nelle profondità del mio cuore. Ma anche le altre stazioni sono partenze dolorose che trascinano con sé nostalgie, ricordi, odori e profumi di una vita vissuta donandosi agli altri con generosità e gratitudine perché nelle stazioni si incontra spesso un’umanità dolente che attende conforto e speranza. E Lucia Intartaglia sceglie con cura le parole giuste non solo per raccontare ma per consolare.
Ci sono persone che vengono sottoposte dalla vita a prove crudeli che necessitano di una forza interiore inimmaginabile. Spesso si chiudono in se stesse in una sorta di isolamento volontario dal mondo mentre altre traggono nutrimento dal loro dolore per aprirsi agli altri alla ricerca di comprensione, di conforto, di perdono. È il caso di Lucia Intartaglia. La sua sensibilità lieve e delicata trasforma il dolore in empatia, la tristezza in coraggio, il sacrificio in ascolto. In due racconti in particolare il lettore ne ha la prova: Lezioni di respiro: Cesira e Le parole dimenticate: Elsa. Entrambe le storie sono amare, suscitano il pianto per la potenza emotiva che ne scaturisce.
Lo stile lucido ed accurato di Lucia Intartaglia è appropriato alle storie raccontate che non si dimenticano, fanno riflettere e sollecitano ad intraprendere il viaggio più difficile: quello in se stessi.