E Maurizio de Giovanni ci sorprende ancora una volta con l’ultimo romanzo Caminito-Un aprile del Commissario Ricciardi (Ed. Einaudi, Collana Stile Libero Big, pag.269).
A tre anni dalla pubblicazione dell’ultimo volume Il pianto dell’alba, ecco a furor di popolo il tredicesimo volume che vede protagonista il Commissario Ricciardi e lo stuolo di personaggi nati dalla fervida immaginazione dello scrittore partenopeo.
Il titolo, originale e simbolico, rimanda al celebre tango struggente di Gabino Coria Penaloza e Juan de Dios Filiberto e al nuovo cammino intrapreso dal Commissario Ricciardi dopo la morte dell’adorata moglie Enrica e la nascita della piccola Marta che forse ha ereditato la dannazione di vedere e sentire i morti.
Il sottotitolo vede protagonista aprile, il mese della primavera, delle ciliegie, dei fiori e della frutta nuova, il mese che rimescola il sangue agli amanti, il mese con la faccia da schiaffi di uno scugnizzo bello e sporco.
È il 1939 e il vento dell’odio si sta facendo strada in tutta Europa. In Italia le campagne in Albania ed in Africa orientale si consolidano, si stringe con la Germania il Patto d’acciaio dopo aver promulgato l’anno precedente le leggi razziali.
Fra i cespugli di un boschetto il maestro elementare Girolamo Caputo scopre i corpi senza vita di due giovani, sorpresi mentre facevano l’amore.
Da subito le ragioni del duplice omicidio appaiono oscure e legate al mondo della politica perché il giovane assassinato, l’ufficiale di marina Paolo Parodi , raccoglieva i messaggi dei confinati quando la sua nave faceva scalo alle isole Pontine e li recapitava alle famiglie.
L’ombra della polizia segreta del regime sovrasta l’intera vicenda e coinvolge numerosi personaggi dal dottor Bruno Modo al vicequestore Angelo Garzo senza contare quello che avviene in un locale di Buenos Aires, dall’altra parte del mondo, dove una bellissima donna di nome Laura che ha abbandonato l’Italia, si sforza di cantare Caminito con tutto il dolore che ha nel cuore.
Con l’aiuto del fedele Brigadiere Maione, in affanno per una questione familiare alla quale soltanto l’abilità di Bambinella potrà porre rimedio ,il Commissario Ricciardi risolve il caso.
Maurizio de Giovanni ci ha abituati ad una prosa intensa e scorrevole dove le descrizioni dei personaggi emergono nei dialoghi serrati, pronti per una sceneggiatura.
Il lettore si sorprende ad intuire i pensieri e le azioni dei protagonisti perché come non mai Caminito è un romanzo corale ben orchestrato.
Le vicende del tenebroso e malinconico Commissario Ricciardi si sposano alla perfezione con le altre narrate in una trama affascinante e dalle conseguenze imprevedibili.
Ciascun personaggio entra in scena al momento opportuno con una precisione temporale da orologio svizzero e la soluzione della vicenda iniziale e quelle falsamente ritenute di contorno ammaliano il lettore che vorrebbe tuffarsi da subito in altre avventure.
I libri di de Giovanni infatti non sono destinati a far bella mostra nelle librerie né a rimanere tanti giorni sui comodini o sulle poltrone dei nostri salotti. Il Brigadiere Maione e sua moglie Lucia, Bambinella, Nelide, il Commissario, la piccola Marta ,il signor Colombo, sono orami vecchi e cari amici di famiglia che entrano nelle nostre case senza chiedere permesso e se lo chiedono lo fanno per una questione di rispetto e mai di confidenza.