«Basta che torni gli ho sempre detto, ma anche gli incantesimi più potenti a volte falliscono. E un giorno mio padre non è tornato». Francesco Arca
Basta che torni di Francesco Arca (Ed. Mondadori, pag. 170), è un romanzo biografico, una sorta di lettera tenera ed appassionata al proprio padre Silvano, paracadutista militare, impegnato in numerose missioni all’estero, morto il 23 dicembre del 1995 in circostanze misteriose e mai chiarite durante un incidente di caccia in Toscana. Francesco Arca all’epoca aveva solo 16 anni ma da quel momento nulla sarà più come prima nonostante l’amore di sua madre e di sua sorella Consuelo.
Nelle tante interviste rilasciate, l’attore senese, classe 1979, ha spiegato che ha iniziato a scrivere durante il lockdown per fermare nel tempo i ricordi legati a suo padre e per lasciare ai suoi figli, Brando e Maria Sole avuti dalla compagna Irene Capuano, una testimonianza viva del loro nonno e anche per svegliare la coscienza di chi ha visto, di chi ha agito per conto proprio o altrui affinché la verità, qualsiasi verità, venga a galla.
Basta che torni è pertanto una sorta di storia di formazione di un ragazzo che deve diventare uomo attraverso il peso e la fatica di nuove responsabilità avendo anche il dolore di un padre venuto a mancare troppo presto e per giunta in modo così violento.
Le domande si rincorrono: perché proprio a mio padre doveva capitare una morte così cruenta? Perché proprio durante una battuta di caccia e non in una pericolosa missione in Iraq o in Somalia? E perché tutti si rifiutano di rispondere ai miei interrogativi compresi coloro che si erano dichiarati amici di mio padre? É stato soltanto un incidente o c’è molto di più?
Francesco Arca descrive con grande maestria i suoi stati d’animo e il suo immenso dolore lenito solo in parte dalla sua famiglia che lo ha sempre sostenuto nei momenti difficili. E anche i ricordi prendono spesso il sopravvento maledicendo il destino.
La bella foto di copertina ritrae Francesco Arca e suo padre in Sardegna, precisamente a Is Arutas mentre sono a pesca e racconta un legame forte ed istintivo che trasmette dolcezza e serenità.
Oggi le ceneri di Silvano Arca sono state sparse a San Giovanni di Sinis, nei pressi delle rovine di Tharros, l’antica città fondata dai fenici. Francesco ha dato degna sepoltura a suo padre in presenza dei suoi figli ai quali ha detto: «Il nonno è qui con noi, il suo spirito è nel maestrale che bacia ogni giorno quest’isola, nella schiuma del mare, nelle acque cristalline, nella sabbia fine, nelle parole amorevoli di chi conserva il suo ricordo». Ed è proprio così. Le parole pronunciate tante volte come una mantra basta che torni si sono avverate. Le persone che amiamo o che abbiamo amato continuano a vivere dentro di noi e tornano prepotenti nei ricordi e nel cuore.