«Scrivere per nessuno è come lanciare la palla contro un muro. Tutto quello che dico rimbalza addosso. E lo so, in fondo l’ho sempre saputo che quando si scrive per dimenticare si finisce per ricordare. Tutto». Lidia Ravera
Ancora una volta Lidia Ravera, attraverso una scrittura potente ed intensa, ci restituisce il ritratto di una donna nel pieno della maturità quando i conti con il passato si fanno improrogabili e urge redigere il bilancio della propria vita.
Avanti, parla (Edizioni Bompiani, pag. 341), vede protagonista Giovanna, una ex operaia che vive a Roma in un appartamento lasciatole in eredità dai genitori morti in un incidente stradale. Da anni vive sola ascoltando musica classica o leggendo. Giovanna non frequenta nessuno. É abituata a parlare solo con se stessa e a scrivere qualche personale riflessione in un quaderno, come una sorta di diario.
Scorrendo le pagine del romanzo il lettore apprende che Giovanna ha pagato un debito con la giustizia ma la sua solitudine costituisce una sorta di punizione volontaria ,un silenzio cercato e voluto che viene infranto quando nell’appartamento accanto si insedia una famiglia di beniamini degli dei, belli e giovani, sicuri di avere il mondo tra le mani :Michele un musicista talentuoso che spera di sfondare, la sua giovane e tenera compagna Maria, Malcolm un tredicenne con la fissa di salvare il pianeta e la piccola Malvina, tre anni di pura gioia.
Giovanna viene trascinata nelle loro vita in qualità di adorabile bambinaia, amica fidata, confidente. Sarà l’inizio di una nuova vita?
Il romanzo scritto con una prosa impeccabile e ricco di emozioni appassiona il lettore dalle prime pagine. Chi è davvero Giovanna il cui soprannome è Chiomavecchia a causa dei suoi folti e bianchi capelli? Perché si nasconde agli altri? Perché ha dovuto conoscere le privazioni del carcere?
Lei stessa lo racconterà in una sorta di confessione non priva di sensi di colpa e ripensamenti. La sua personalità e la sua storia si sveleranno al lettore fino a fargli gustare il finale a sorpresa. E accanto a Giovanna una serie di personaggi comprimari descritti con rara maestria a partire dai beniamini degli dei a Laura, Pietro Saverio e le sue mogli, Jill, Furio. Ovviamente le descrizioni migliori sono riservate a Malvina, capace di rispolverare il senso materno di Giovanna nelle sue più tenere sfumature.
Avanti, parla si legge tutto d’un fiato. É un romanzo accattivante e nostalgico, seduttivo e originale. Lidia Ravera, da scrittrice di razza ,non delude perché sa raccontare con saggezza accadimenti e personaggi rendendoli universali.
Per invogliarvi alla lettura vi trascriviamo l’inizio del libro: “Non mi piace scrivere. Non mi piace cercare le parole, sceglierle. Mi sembra arbitrario, fatuo. O presuntuoso. Perciò non ho mai scritto, se non si considerano quelle novantotto lettere concepite tra il 1983 e il 1996,che comunque non sono più in mio possesso. Spero che Furio le abbia distrutte. Probabilmente l’ha fatto, non gli piace lasciare tracce e forse ha ragione…’
Notizie sull’autrice
Lidia Ravera ,nata a Torino, è giornalista e scrittrice. Ha raggiunto la notorietà nel 1976 con il suo romanzo d’esordio Porci con le ali, manifesto di una generazione da cui è stato realizzato l’omonimo film nel 1977 diretto da Paolo Pietrangeli con Lou Castel. Ha scritto trenta opere di narrativa tradotte in tutto il mondo tra le quali ricordiamo: Piangi pure, Gli scaduti, Il terzo tempo, L’amore che dura sempre editi da Bompiani.