Megalopolis, il film più ambizioso, controverso, visionario e divisivo di Francis Ford Coppola, in concorso al 77esimo Festival di Cannes e presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è approdato nelle sale lo scorso 16 ottobre.
L’idea del film pare risalga al 1978, durante le riprese di Apocalypse Now. Costato 120 milioni di dollari ricavati dalla vendita di una cospicua parte dell’azienda vinicola californiana dello stesso Coppola, ha le sue radici nei romanzi di H.G.Wells, in particolare La macchina del tempo pubblicato nel 1895 che il regista avrà sicuramente letto da bambino. Il film è dedicato a sua moglie Eleanor Jessie Neil recentemente scomparsa.
La favola di Francis Ford Coppola, raccontata da Fundi Romaine (Laurence Fishburne autista e assistente del protagonista Catilina), si svolge a New Rome, una città distopica e degradata che unisce usi e costumi della moderna New Tork a quelli dell’antica Roma.
Cesar Catilina (Adam Driver), brillante architetto, sogna di costruire New Rome, versione moderna della città capitolina con un materiale di sua invenzione, il megalon più resistente del cemento e dell’acciaio e così potente da fermare il tempo. A remare contro c’è il sindaco Frankyn Cicero avido e corrotto (Giancarlo Esposito) che ha una visione della vita ottusa e conservatrice. A credere in Catilina c’è però suo zio Hamilton Crasso III (Jon Voight) un ricchissimo banchiere che ha tra i suoi nipoti anche Clodio (Shia LaBeouf), un uomo vile e depravato, innamorato della figlia di Cicero, Julia ( Nathalie Emmanuel). Cesar Catilina viene sospettato di aver ucciso la moglie e la sua amante Wow Platinum (Aubrey Plaza) lo lascia. Intanto Julia si innamora del brillante architetto durante una diretta televisiva e ben presto i due diventano amanti osteggiati dal padre di lei. Ma Julia incinta di Sunny Hope e cerca di mediare la pace tra i due. Dopo altre vicende Cesar completa Megalopolis e sua figlia rappresenta il futuro già iniziato.
Megalopolis è un film ricco di riferimenti colti con i quali lo spettatore deve misurarsi e forse questa è una delle ragioni per cui la critica e il pubblico hanno avuto difficoltà ad apprezzarlo come merita. Le citazioni di Marco Aurelio, Saffo, Catullo per citare qualcuno e le situazioni che rimandano ad esempio alla tragedia Romeo e Giulietta di William Shakespeare danno per scontato la visione del film ad una categoria di persone che non devono fare lo sforzo di approfondire la loro cultura. E in un’epoca di analfabetismo funzionale tutto questo appare impensabile. Comprendere che alla base del film c’è un’allegoria della società moderna e una speranzosa utopia in un futuro migliore è apparso ai più come un messaggio criptato, per pochi eletti tanto da liquidare in alcune recensioni un maestro del cinema mondiale quale è Francis Ford Coppola, scopritore anche di talenti vedi Al Pacino e la stessa sorella del regista Talia Shire con aggettivi che rasentano l’offesa quali puerile ed infantile.
Megalopolis per noi di Mydreams è un capolavoro perché ha la forza e la potenza delle immagini esaltate dal grande schermo, perché ha un cast stellare, perché è uno specchio dell’attualità (un critico illuminato ha visto nel personaggio di Clodio la parodia di Donald Trump e come dargli torto?), perché si interroga se il mondo e la società in cui viviamo siano gli unici possibili (avete mai sentito parlare di un certo Leibniz e della sua metafisica del migliore dei mondi possibili?), è una favola a lieto fine. E come non dimenticare che i costumi sono della torinese Milena Canonero (ben quattro volte premio Oscar), la fotografia di Mihai Malamaire Jr, le scenografie di Beth Mickle e Bradley Rubin, e le musiche coinvolgenti di Osvaldo Golijov e Grace VanderWaal?
Il tempo è il tema fondamentale della pellicola, la cui complessità è da sempre oggetto di studi e di riflessioni filosofiche e scientifiche. Sebbene sia una convenzione scandisce la nostra vita e Francis Ford Coppola in Metropolis ridicolizza la società contemporanea che vorrebbe agguantarlo, controllarlo, addomesticarlo.
Possiamo apprezzare Metropolis in tutta la sua straordinaria bellezza se soltanto pensiamo che è il frutto della mente di un uomo di 85 anni che crede ancora in un mondo migliore che sarà costruito dalle nuove generazioni. E il tempo, soltanto il tempo ci darà ragione.