Il film “La casa di Ninetta” segna l’esordio alla regia di Lina Sastri. Si tratta di un film tratto dal suo omonimo libro edito da Marsilio che scrisse di getto dopo la morte della madre Anna malata di Alzheimer e già adattato in monologo teatrale nel 2010. In quell’occasione l’attrice ebbe a dire: «Lo spettacolo è un tributo alla donna più bella e straordinaria che io abbia mai conosciuto: Anna, detta Ninetta, mia madre, attraverso la sua vita degli ultimi anni ,crocifissa da una malattia che non perdona, che umilia il corpo e la mente, una casa, una città sorprendente, bellissima e spietata come Napoli, un popolo di donne e l’uomo impossibile e presente a volte come condanna. Un racconto senza lacrime che parla di lacrime ma ma anche di risate improvvise e capricciose, come quelle dei bambini, con la grazia e la leggerezza di chi guarda al dolore con la dolcezza del perdono e che regala emozione e gioia, speranza nella vita, interrotto e condotto ogni tanto dal canto della voce di Ninetta».
Il film prodotto da Salina in coproduzione con Run Film e Rai Cinema, presentato al Bari International Film Festival 2024 si avvale della partecipazione , oltre la Sastri, di: Angela Pagano, Antonella Morea, Antonella Stefanucci, Franca Abategiovanni, Maria Pia Calzone, Massimo De Matteo.
Lucia (Lina Sastri), attrice di successo, si reca da Roma a Napoli per andare a far visita a sua madre Ninetta (Angela Pagano ) affetta da Alzheimer, accudita da tre badanti: Marinella, Carmela e Gelsomina (Antonella Stefanucci-Antonella Morea-Franca Abategiovanni). Nella casa materna Lucia ripercorre la sua infanzia e la vita della madre da giovane (Maria Pia Calzone) e dei suoi rapporti conflittuali con il marito Alfonso (Massimo De Matteo), incapace di tenere a freno i suoi violenti scatti d’ira così come il desiderio di rifarsi una vita e un’altra famiglia nel lontano Brasile.
Lina Sastri attraverso La casa di Ninetta offre agli spettatori una visione finalmente completa del suo rapporto con la madre e perché no? con la sua infanzia e adolescenza attraversate da difficoltà e paure proprie dell’età , aggravate dalla mancanza di una figura paterna presente ed amorevole. La madre è al centro della sua vita e Lucia/Lina l’ammira per quel suo modo allegro e disinvolto nel maneggiare il denaro, per la capacità di avere sempre sulle labbra un sorriso e una speranza, per il saper cantare anche nei momenti difficili con una voce calda e appassionata. In questa ricerca proustiana giocano un ruolo anche le tre badanti di Ninetta che la sorreggono e la confortano nell’accettare la malattia della madre e i tradimenti del suo uomo comprovati dalla lettura delle carte.
Il film vede protagoniste le donne e la città di Napoli , le prime davvero straordinarie come lo sono le attrici che le interpretano, la seconda porosa e carsica con i suoi femminielli, il gioco della tombola, il Monaciello, la Bella ‘Mbriana , il Mago ( un ritrovato Tommaso Bianco , indimenticabile Pulcinella). Questi elementi non sono utilizzati per arricchire il film di note di colore o per offrire immagini stereotipate della città al pari della pizza o del mandolino bensì per fornire un’ulteriore prova che passato e presente convivono e si nutrono l’uno dell’altro. E Ninetta continua a vivere nel ricordo di coloro che l’hanno conosciuta e in quello degli spettatori che al termine del film ne scoprono le reali sembianze attraverso una foto ingiallita che ne mostra il sorriso e lo sguardo impertinente.
Una particolare menzione va ad Antonella Morea ,grandissima interprete, che riesce ad infondere nel suo personaggio una sorta di pietas nei confronti di Ninetta quando le ritrova l’abito da sposa e la pelliccia regalatole dal marito in un raro momento di felicità.
La casa di Ninetta è un film vero, bello, commovente. Veramente brava la Sastri sia nel ruolo di attrice che in quello di regista.