É nelle sale il secondo lungometraggio scritto e diretto da Pietro Castellitto dal titolo Enea che richiama alla memoria l’eroe troiano cantato da Virgilio nell’Eneide. Presentato alla 80esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ed in concorso per il Leone d’oro, non si è aggiudicato nessun premio nonostante il clamore suscitato sul red carpet del capoluogo veneto per la presenza di quasi tutta la famiglia Castellitto e la pubblicità martellante che accompagna l’uscita di un nuovo film di un regista attore-promettente.
Infatti dopo I predatori, David di Donatello 2021 e la pubblicazione del romanzo Gli iperborei, edito da Bompiani e vincitore del Premio Viareggio Opera Prima, ci saremmo aspettati un film ben costruito e originale non solo nella trama ma anche nei contenuti. Purtroppo non è stato così.
Sergio Castellitto, che si è riservato il ruolo del protagonista, ha detto in numerose interviste che il film è una storia d’amore e di amicizia coinvolgendo furbescamente in questo progetto il padre Sergio, al suo centesimo film, l’esordiente Giorgio Quarzo Guarascio, in arte Tutti Fenomeni, noto cantautore e rapper romano, suo fratello Cesare Castellitto (Brenno). Completano il cast: Chiara Noschese (Marina), Benedetta Porcaroli (Eva), Adamo Dionisi (Giordano), Giorgio Montanini (Oreste Dicembre), Matteo Branciamore (Gabriel).
Si nota che Sergio Castellitto ha respirato e respira aria di cinema e di scrittura a dispetto della sua giovane età. Sua madre, per chi non lo sapesse è la celebre scrittrice Margaret Mazzantini. Tutto questo indubbiamente traspare soprattutto riguardo all’ambientazione della storia. La Roma barocca che fa l’occhiolino ai film di Fellini e a quelli più recenti di Sorrentino, vedi La grande bellezza e le atmosfere notturne che richiamano alla serie Suburra è la seconda protagonista, a pieno titolo del film omaggiata dalla splendida fotografia di Radek Ladczuk (The Nightingale di Jennifer Kent candidato agli AACTA Awards nel 2018). Le immagini, soprattutto quelle che filmano i tramonti, sono davvero indimenticabili e spettacolari anche grazie agli effetti speciali di Stefano Leoni. Indovinata la canzone che fa da fil rouge alle feste Bandiera gialla eseguita dal mitico Gianni Pettenati. Ma la sceneggiatura appare spesso slegata e raffazzonata nell’impeto di descrivere al meglio i rapporti tra Enea e Valentino, il suo storico amico. I dialoghi mancano di mordente e vengono spesso soltanto suggeriti mentre il clima e le atmosfere si fanno sempre più cupe e piene di ombre poco decifrabili per lo spettatore. Soprattutto il co-protagonista Giorgio Quarzo Guarascio non sembra all’altezza del ruolo. Lo avremmo preferito più incisivo e ribelle soprattutto nelle scene dove canta con un filo di voce e qualche stonatura per ben tre volte la bellissima, nostalgica e famosissima Spiagge di Renato Zero.
Ovviamente le due interpretazioni che convincono maggiormente sono quelle di Sergio Castellitto e di Chiara Noschese, attori di grande esperienza. Il primo nel ruolo di Celeste riesce a dare al suo personaggio di psicoanalista malinconico il giusto spessore senza alcuna sbavatura. Chiara Noschese, attrice, cantante e regista teatrale è perfetta nel ruolo della madre. Bellissime le scene dove piange accanto al marito e quella in cui , insieme a Celeste, si scambia un lungo e tenero bacio sospesa tra le nuvole. Unico tocco di leggerezza colto alla fine del film.
Ci meravigliamo di come un regista noto soprattutto negli USA quale è Luca Guadagnino ,dando grande fiducia ai Castellitto, abbia prodotto un film come Enea che sicuramente non è e non diventerà una pietra miliare del nostro cinema.