«Il cuore mescola continuamente cosa è successo con quello che abbiamo solo immaginato, i vivi con i morti, il visibile con l’invisibile, l’amore con il dolore. Quello che siamo va oltre la memoria e la vita. É ciò che rimane quando tutto il resto sparisce. Questa è l’eternità. Questo è il cinema».
Dal 19 dicembre è nelle sale l’ultimo film di Ferzan Ozpetek dal titolo Diamanti. Come facilmente intuibile le donne sono i diamanti di questo film corale che vede la partecipazione di un cast femminile stellare dove l’altra metà del cielo però non sempre viene confortata e supportata da personaggi maschili spesso irrisolti, violenti, capaci di ferire e rendere ancora più complicata l’esistenza.
Le vicende si svolgono a Roma negli anni ’70 ed arrivano alla contemporaneità.
Le sorelle Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella Canova (Jasmine Trinca) portano avanti gli affari di una prestigiosa sartoria che confeziona abiti di alta moda per il cinema e il teatro. La prima ha un carattere forte e volitivo mentre la seconda non ha ancora superato il dolore per la scomparsa della figlia. Accanto a loro troviamo una serie di collaboratrici ognuna con una storia personale intensa e a volte drammatica. Nina (Paola Minaccioni), sposata con Marco (Valerio Morigi) ha un figlio depresso che se ne sta sempre chiuso in camera, Eleonora (Lunetta Savino) ha una nipote ribelle Beatrice (Aurora Giovinazzo) e vive una relazione segreta con il factotum della sartoria Ennio (Edoardo Purgatori), Nicoletta (Milena Mancini) è vittima del marito violento Bruno (Vinicio Marchioni), Fausta (Geppi Cucciari) è una single ironica e sensibile al fascino maschile, Paolina (Anna Ferzetti) ragazza-madre di Simone è in difficoltà economiche, Silvana (Mara Venier) è una ex ballerina che ha sempre una parola buona e un pasto caldo per tutti.
All’atelier si presenta Bianca Vega (Vanessa Scalera) che commissiona gli abiti per un importante film. La lavorazione dei costumi comporta un sovraccarico di lavoro e conseguenti tensioni da stemperare.
La resilienza e lo spirito forte di sorellanza che si manifesta allo spettatore attraverso una tavola imbandita tra divertimento e risate che superano di gran lunga le preoccupazioni fanno il resto e ci regalano uno dei migliori film del regista italo-turco in stato di grazia come le attrici che ne hanno preso parte. Una particolare menzione va a Mara Venier che smessi finalmente i panni della zia o quelli della signora della domenica ritorna a fare l’attrice dando vita al personaggio di Silvana ricco di umanità e dai toni materni e rassicuranti e a Carla Signoris immensa nel tratteggiare la figura della diva del palcoscenico in contrapposizione alla star del cinema Kasia Smutniak.
In Diamanti lo spettatore sente il fruscio della seta, si incanta a guardare la luce di perle e perline, si perde tra stoffe preziose e abiti da sogno come quelli realizzati da Pietro Tosi per Il gattopardo e Ludwig di Luchino Visconti, quelli di Danilo Donati per Il Casanova di Federico Fellini o quelli geometrici ideati da Piero Gherardi per Mina. Entra nella stanza dei bottoni e delle passamanerie accompagnato dalle musiche di Nino Rota e le voci sublimi della Tigre di Cremona e di Giorgia.
Nulla è lasciato al caso e la presenza di Ferzan Ozpetek all’inizio e alla fine del film ne è la garanzia. È facile entrare nel suo mondo attraverso una semplice biglia di vetro al cui interno si intravede un pesce rosso talismano di felicità.
La forza delle donne salverà il mondo al pari della bellezza. E quell’abito rosso fiammante, frutto di ore di lavoro, è bello ed illumina.