Il commento del regista e degli attori Giuseppe Brunetti, Arturo Muselli e Massimiliano Rossi
«In mare, siamo tutti alla stessa distanza da Dio, a distanza di un braccio. Quello che ti salva». Parole pronunciate da un marinaio di una nave russa salvato nel marzo del 2023 nelle acque del Pacifico da una nave ucraina
Dal 31 ottobre è nelle sale Comandante, un film di Edoardo De Angelis tratto dall’omonimo romanzo scritto dal regista napoletano insieme a Sandro Veronesi, Ed. Bompiani, con Pierfrancesco Favino nel ruolo del Comandante Salvatore Todaro. Nel cast :Massimiliano Rossi, Silvia D’Amico, Johan Heldenberh, Arturo Muselli, Giuseppe Brunetti, Gianluca Di Gennaro, Johannes Wirix, Paolo Bonacelli, Pietro Angelini, Mario Russo, Cecilia Bertozzi, Giustiniano Alpi, Luca Chikovani, Giorgio Cantarini.
Il film ha aperto l’80 esima Mostra del Cinema di Venezia riscuotendo ampi consensi di pubblico e critica.
É stato presentato al Cinema Metropolitan di Napoli e noi di Mydreams abbiamo assistito all’incontro a cui hanno partecipato: Edoardo De Angelis, gli attori Massimiliano Rossi, Arturo Muselli, Giuseppe Brunetti, lo scenografo Carmine Guarino e uno dei produttori.
Prendendo la parola il regista ha detto: «Ci sono voluti ben 5 anni per realizzare questo film che nasce dalla collaborazione di tante persone che hanno condiviso il mio stesso obiettivo a partire da Sandro Veronesi con il quale ho scritto la sceneggiatura che è diventata un libro edito dalla Bompiani. Credo fermamente che questo progetto sia una grande occasione per parlare di umanità. Todaro non è stato un eroe ma un uomo con i suoi dubbi e le sue paure ma anche con forte senso del dovere e ricco di umanità. Questa storia andava raccontata nel migliore dei modi per far rivivere agli spettatori quelle stesse emozioni frutto di una scelta coraggiosa. Ho avuto la fortuna di incontrare dei professionisti generosi . Nel cast molti attori napoletani ma la loro umanità ha spazzato via le differenze regionali. Il film ora è vostro e se volete ritrovare le stesse emozioni potete leggere il libro».
É stata poi la volta del giovane attore Giuseppe Brunetti che nel film ha il ruolo di cuciniere: «Il mio personaggio ha dei sentimenti precisi legati all’amore per la terra, per il cibo e per i compagni di avventura. Sul set siamo stati come una grande famiglia liberi di esprimere noi stessi nel modo migliore, guidati sapientemente da Edoardo».
E Arturo Muselli ha detto: «Per come muove la macchina da presa Edoardo ti sentivi di vivere un pezzo di Storia ed in particolare quella del Comandante Todaro, una vicenda poco nota che è venuta alla luce proprio con questo film. Sul set c’è stato grande affiatamento, ci siamo molto divertiti e voluti bene».
Massimiliano Rossi ha aggiunto: « Eduardo è stato l’artefice magico e devo tutto a lui dal punto di vista lavorativo. Quando ho visto il sommergibile nelle acque di Taranto mi è sembrato il giorno della Befana! Nel film non c’è alcun giudizio storico. Si è trattato di una storia bella ed affascinante da raccontare».
Lo scenografo Carmine Guarino ha parlato delle difficoltà incontrate per realizzare il sommergibile Cappellini lungo ben 73 metri e con un peso di oltre settanta tonnellate. «In genere si costruiscono dei modellini ma il nostro sommergibile ha richiesto un lavoro lungo di documentazione storica e ci si è avvalsi della collaborazione delle maestranze di Cinecittà per la realizzazione di tutte le parti di grandi dimensioni e anche per la creazione delle componenti di medie e piccole dimensioni quali portelloni, garitte, materiale bellico. A Taranto abbiamo avuto anche la collaborazione della Marina Militare quando in mare aperto sono state girate le scene del film».
All’inizio della seconda guerra mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga nelle acque dell’Oceano Atlantico, nel buio si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente. É il Kabalo, di nazionalità belga, carico di materiale bellico inglese che improvvisamente apre il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano. Scoppia una violenta battaglia e Todaro affonda il mercantile con alcuni colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salva i 26 naufraghi per sbarcarli in un porto sicuro come previsto non dalle leggi degli uomini ma da quelle del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per ben tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche , mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Quando il capitano del Kabalo gli chiede perché si sia esposto a tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, Salvatore Todaro, risponde con fierezza: “Perché noi siamo italiani”.
Pierfrancesco Favino si riconferma con questa interpretazione uno degli attori italiani più talentuosi ed internazionali (Sta girando infatti un film su maria Callas con Angelina Jolie) che sa rendere il Comandante Todaro un militare tutto d’un pezzo che affonda il ferro ma salva l’uomo. Anche i ragazzi del suo equipaggio lo seguono in questa vocazione al bene senza farsi domande, consapevoli che anche il nemico è un uomo con i loro stessi sentimenti. (Bellissima la scena delle patatine fritte che azzera le differenze con il nemico).
Nel film non c’è nulla di retorico se non lo schierarsi contro la guerra pur essendo dei combattenti la cui tomba è lo stesso mare che solcano tra mille pericoli ed insidie consapevoli che al loro funerale le lacrime si mescoleranno alle gocce salate dell’oceano e che la croce sarà di colore rosso come il loro sangue. Coraggiosi e indomiti sanno che le pareti di ferro del sommergibile non potranno salvarli neppure da loro stessi e dalla paura che è sempre in agguato. Questa tensione lo spettatore la respira dai primi fotogrammi che inquadrano un mare livido ed agitato che è il vero protagonista della storia. Le musiche di Robert Del Naja, frontman dei Massive Attack,trasportano gli spettatori nella sua profondità non solo nel mezzo della battaglia ma anche nei momenti più intimi dei personaggi come l’addio sul molo alle loro donne o la morte di due membri dell’equipaggio del Cappellini.
Comandante è un film da vedere perché il salvataggio di 26 naufraghi è un imperativo morale: così si è sempre fatto e così sempre si farà.