Dopo il grande successo di critica e di pubblico di Don Juan in Soho di Patrick Marber, il Teatro Bellini, propone dello stesso autore The Red Lion per la regia di Marcello Cotugno con Nello Mascia, Andrea Renzi e Simone Mazzella.
Ecco come il regista racconta la genesi dello spettacolo: «The Red Lion analizza con ironia e spietatezza il mondo pieno di contraddizioni e ambizioni del calcio dilettantistico, illuminato/oscurato dalla chimera delle giovani promesse di essere lanciate nel paradiso del professionismo. Il lirismo di certi passaggi contrasta con il linguaggio a tratti violento e con l’avidità e la mediocrità che aleggia nello spogliatoio dove si svolge l’intera pièce. Patrick Marber ci invita, attraverso un argomento cross-generazionale e di immediata ricezione , a riflettere sulla perdita di valori che oggi riguarda tanti altri contesti del contemporaneo. L’ambientazione in una provincia della Campania mira a rendere più evidente l’universalità dei temi trattati e ad annullare la distanza che spesso distorce la percezione e la lettura dei testi anglosassoni.. The Red Lion è pertanto un testo attuale , graffiante ma allo stesso tempo poetico, che tende a generare un forte senso di prossimità e di identificazione».
All’apertura del sipario, in uno scarno e maleodorante spogliatoio, Gaetano (Nello Mascia), stira con cura le magliette della squadra dei Red Lion. All’improvviso compare l’allenatore (Andrea Renzi) che dalle prime battute snocciola i numerosi problemi legati al campionato in corso e di come sia facile/difficile ingraziarsi il Presidente della società offrendogli al posto dei soliti roccocò dei biscotti Pavesini ,alludendo metaforicamente ad una certa dolcezza e friabilità durante l’arbitraggio. Con la sua carica di vitalità e di speranza, irrompe in scena Palmieri (Simone Mazzella), una giovane promessa del calcio dilettantistico che aspira a diventare membro effettivo della squadra dei Red Lion sebbene debba indossare la maglia numero 17 e con seri problemi ad un ginocchio.
Sia l’allenatore che l’anziano factotum della squadra cercheranno di speculare sul talento del giovane atleta ,confrontandosi e scontrandosi con le loro vite fatte di sogni e di sconfitte, di speranze e di illusioni, di promesse mancate e di fallimenti.
Lo spettacolo risulta dinamico e convincente grazie all’ottima regia e al talento degli attori, primo fra tutti Nello Mascia. Le sue comprovate doti attoriali gli consentono di cesellare il personaggio di Gaetano , un uomo anziano e disilluso, scivolato nel degrado sociale dopo un passato glorioso di calciatore. Pronto a mettere in guardia la giovane promessa improvvisandosi massaggiatore e manager ha da sempre respirato quell’aria rarefatta e torbida degli spogliatoi di periferia e guardato con diffidenza e commozione i campi di calcio resi più pericolosi dai pochi ciuffi d’erba che spuntano tra i sassi. Nello Mascia incarna i sentimenti del personaggio attraverso quel suo incedere greve e compassato, quel togliersi e mettersi sul capo un deformato berretto di lana grigia, quel parlare poetico di un tempo che fu, quando forse la lealtà e la sana competizione prendevano il sopravvento sugli interessi economici e bastava una semplice stretta di mano per siglare un accordo, una certezza.
Andrea Renzi incarna alla perfezione l’allenatore che passerebbe sul cadavere della madre per difendere i suoi interessi personali a scapito della squadra. L’unica cosa che conta per lui è sfruttare il talento del giovane atleta anche quando scoprirà che i problemi del ragazzo legati al ginocchio sono la conseguenza di un colpo sferrato con violenza dal suo stesso padre con una mazza da baseball. Il cinismo del personaggio, da anni abituato a frequentare un ambiente nel quale si consumano accordi loschi , viene reso in modo superbo attraverso modulazioni studiate della voce, ora stridula, ora accorata e da una fisicità padrona del palcoscenico.
Simone Mazzella è una giovane promessa convincente per tutta la durata dello spettacolo. La sua rabbia di ragazzo di periferia, la sua inesperienza, il suo affidarsi agli altri , il suo rincorrere la fama e la gloria lo rendono da subito vicino allo spettatore. La realtà sbagliata, opprimente ed angusta del suo vivere quotidiano non gli consente di far maturare il suo sogno. Nei suoi occhi vediamo le speranze disattese di tanti giovani che non riescono, soprattutto al Sud, a trovare un lavoro decente e conforme agli studi intrapresi e alle proprie e legittime aspirazioni. La convinzione che le scorciatoie e le raccomandazioni siano l’unica strada percorribile, sta facendo sprofondare il nostro Paese nella corruzione e la parabola umana della giovane promessa ne rappresenta un fulgido esempio. Lo spogliatoio non è più un luogo di formazione dei valori sportivi. La famiglia non è più un luogo dove sentirsi protetti ed amati.
I tre personaggi della pièce rappresentano con amarezza i sogni e le sconfitte di tutti noi.
Alla chiusura del sipario lunghi e meritatissimi applausi.