Dal 15 settembre è nelle sale cinematografiche il film Maigret e la giovane morta, liberamente tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1954 dal prolifico scrittore belga Georges Simenon e che ha subito dal 1959 al 1973 ben quattro adattamenti televisivi.
In questa nuova versione il commissario Maigret, a capo del distretto Quai des Orfevres 36 ha il volto e la prestanza fisica di Gerard Depardieu diretto per la prima volta da uno dei registi francesi più amati: Patrice Leconte. (Per dovere di cronaca il ruolo era stato proposto a Daniel Auteuil). Completano il cast gli attori principali: Jade Labest (Betty), Melanie Bernier (Janine), Clara Antoons (Louise) e Anne Loiret (La signora Maigret).
Parigi anni ’50. E’ stato ritrovato in Place Vintimille, nel Nono Arrondissement, il cadavere di una giovane donna vestita con un prezioso abito da sera. Nella borsetta nessun documento di riconoscimento ma una boccettina di laudano, un fazzoletto e un foglietto con un numero di telefono.
Sarà Maigret a scoprire l’identità della ragazza e i responsabili della sua morte con l’aiuto di Janine che gli ricorda tanto sua figlia prematuramente scomparsa.
Il film ben diretto punta a valorizzare il lato umano dei personaggi primo fra tutti lo stesso Maigret che con la sua figura imponente ed il suo sguardo tagliente ma commosso vuole fare luce sul brutale assassinio di una ragazza venuta a Parigi in cerca di fortuna.
Il film è privo di scene d’azione, di inseguimenti, di colpi di scena. Il suo ritmo è lento e cerebrale e Parigi ha i toni crepuscolari e malinconici tanto amati dai registi d’oltralpe.
Gerad Depardieu, da attore consumato, rende al meglio la profonda umanità di Maigret con una recitazione misurata e composta come si addice ad un commissario che non giudica i colpevoli.
Struggente la scena finale del film che sfuma in un grigio plumbeo la sagoma di un uomo giusto.
Il film è sconsigliato soltanto ai nostalgici del nostro Maigret. Gino Cervi ed Andreina Pagnani restano inimitabili.