Il film ricostruisce quello che per tutti è chiamato il delitto del Circeo
Dal 7 ottobre è nelle sale il film di Stefano Mordini, La scuola cattolica, tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Albinati, Ed. Rizzoli, pag. 1294, vincitore del Premio Strega 2016.
Il film, presentato all’ultima Edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nella Selezione Ufficiale Fuori Concorso, ricostruisce quello che per tutti è chiamato il delitto del Circeo. Nella notte tra il 29 ed il 30 settembre del 1975, tre ragazzi della prestigioso Istituto San Leone Magno, all’epoca esclusivamente maschile, del quartiere Trieste di Roma, sequestrarono e violentarono per ben trentasei ore, due ragazze, scelte proprio per la loro ceto inferiore: Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. I nomi dei tre giovani erano: Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira. All’epoca dei fatti lo scrittore Edoardo Albinati era un loro compagno di scuola ed il romanzo si concentra essenzialmente sulle motivazioni che spinsero i tre giovani della Roma bene a rendersi protagonisti di tale efferata vicenda che vide la morte della Lopez ed il ritrovamento del suo cadavere e della compagna Donatella, salvatasi facendosi credere morta, nel portabagagli della Fiat 127 di Gianni Guido. (Per dovere di cronaca Angelo Izzo nel 2004 si rese responsabile dell’omicidio di Maria Carmela Maiorano e di sua figlia Valentina).
L’adattamento cinematografico si concentra principalmente, rispetto al romanzo ,sulla scuola e le famiglie di appartenenza di questi ragazzi. Al giovane cast composto da Benedetta Porcaroli (Donatella Colasanti),Federica Torchetti (Rosaria Lopez) si affiancano attori di comprovata esperienza come Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Valentina Cervi, Jasmine Trinca, Gianluca Guidi.
Numerose polemiche sono state sollevate a causa della censura imposta al film che ha innalzato l’età degli spettatori da 14 a 18 anni con la seguente pretestuosa motivazione: «Il film presenta una narrazione filmica che ha come spunto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda ,pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti».
Per noi di Mydreams la decisione della censura che sembrava abolita per sempre , appare condivisibile in quanto in un’epoca di femminicidi e violenza sulle donne, i giovani potrebbero essere influenzati negativamente dalla visione del film (Sigh!) E pensare che proprio il delitto del Circeo ,che è rimasto nella memoria collettiva come uno dei più efferati , spinse i legislatori dell’epoca a contemplare nel codice penale la figura del reato di stupro fino ad allora non previsto dall’ordinamento.
Probabilmente se il film avesse avuto un titolo non cattolico sarebbe stato giudicato diversamente dalla censura. Questo dimostra che il principio costituzionale di libero Stato in libera Chiesa in Italia non ha alcun valore.
A nostro modesto avviso riteniamo insieme al regista Mordini e alle famiglie delle vittime che il film debba essere visto , in modo particolare dai giovani, quale ammonimento per il futuro e memoria che ricostruisce una storia purtroppo vera.