Da 24 novembre è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix il film Elegia americana per la regia di Ron Howard tratto dalla biografia di J.D.Vance dal titolo completo Hillibilly Elegy: A Memory of Family and Culture in Crisis. Caso editoriale del 2016, racconta la vita di un ragazzo del Kentucky, soldato in Iraq, laureato a Yale ed imprenditore di successo nella Silicon Valley.
Nel cast sono presenti due attrici strepitose: Glenn Close (Mamaw Vance) e Amy Adams (Bev Vance) accomunate dal fatto di non aver mai ricevuto un Oscar nonostante le numerose candidature. Completano la troupe: Gabriel Basso (J.D.Vance), Haley Bennett (Lindsay), Freida Pinto (Usha la ragazza di J.D. che abbiamo ammirato nel 2008 nel film The Millionaire), Bo Hopkins (Papaw Vance). La sceneggiatura è di Vanessa Taylor (sì la stessa che ha sceneggiato il film Oscar La forma dell’acqua) e le musiche di Hans Zimmer (Oscar Il re leone) e David Fleming.
Il regista Ron Howard ha detto: «Considero il libro e di conseguenza il film un viaggio nel potere del ricordo, nel valore della memoria e nella forza della famiglia e delle generazioni che ci stanno alle spalle o che ci accompagneranno nel futuro. Alla base del mio lavoro e del libro c’è il significato delle molte valenze del cosiddetto sogno americano. Ed in tempi ardui per tutti ho voluto rilanciare l’idea del sogno». (Corriere della Sera –Style Magazine a cura di Giovanna Grassi)
Il titolo originale del film è Hillibilly Elegy dove il primo termine ha una connotazione dispregiativa che gli americani usano per definire gli abitanti delle zone rurali o montane, zotiche, con poca cultura, che vivono ai margini delle grandi metropoli opulente e pronte ad arruolarsi nelle forze armate allettate da una buona paga. Questa gente tuttavia è legata al sogno americano anche se esso spesso si traduce in disoccupazione e violenza e ai valori familiari anche quando essi sono rappresentati da figure parentali controverse come nel caso di J.D.Vance . Il secondo termine elegy pone l’accento sui motivi di confessione autobiografica e di sfogo sentimentale come in effetti accade nella sceneggiatura del film che fa ricorso a numerosi feedback.
Il film ruota intorno ad un ragazzino e alla sua famiglia sgangherata. Fatto oggetto di bullismo e con una madre ex infermiera tossicodipendente che cambia continuamente casa e uomini e con frequenti attacchi d’ira e crisi depressive, J.D.Vance trascorre la sua infanzia in un inferno . Unico punto di riferimento la nonna che nonostante il suo aspetto da arpia e dai modi bruschi e ruvidi prende a cuore il destino del nipote aiutandolo a realizzare i suoi sogni.
Ron Howard, sorretto dall’interpretazione potente di Glenne Close ed Amy Adams e dalla sceneggiatura perfetta della Taylor ci descrive anche con la potenza delle immagini un’America di periferia dove si vive di sussidi statali, di coupon per la spesa quotidiana, di rabbia e di aspettative frustrate. Forse proprio questo ha dato fastidio ai critici cinematografici americani che hanno stroncato il film perché avrebbero preferito la solita pellicola hollywoodiana del sono fiero di te, figliolo.
In Elegia americana tutto grida e rimanda ad un Paese inappagato che vive le proprie contraddizioni esasperate dalla presidenza Trump che in questi quattro anni ha azzerato le conquiste sociali fatte da Obama (es.estensione della sanità pubblica alle fasce più deboli ) facendo riesplodere la questione razziale.
J.D.Vance, inaspettatamente guidato dalla nonna e dalla grande voglia di riscatto sociale ha raggiunto i suoi obiettivi ed indica la strada a quanti vogliono percorrerla con determinazione e sacrificio personale.
Numerose le scene da ricordare: Bev che tenta il suicidio, Mamaw che esorta il nipote a dare la sua urina per un controllo medico della mamma eroinomane, l’acquisto di una calcolatrice da 89 dollari che costringe nonna e nipote ad accettare cibo dai volontari, la visita di J.D.Vance alla madre in una comunità di recupero per tossicodipendenti con un libro fatto da articoli di giornale,giochi enigmistici, facili problemi di aritmetica e geometria per farle passare il tempo, la lunga telefonata di Usha per tenere sveglio J.D. tutta la notte per il colloquio di lavoro, la mano di Bev che cerca disperatamente quella del figlio per salvarsi.
«Chi si occuperà di questa famiglia quando io me ne andrò?» si interroga Mamaw Vance. Noi spettatori conosciamo la risposta: J.D.Vance. Sappiamo che egli farà di tutto per tenere unita la famiglia e ce lo dimostrano le foto reali dei Vance che scorrono sui titoli di coda.