Dal 9 dicembre è disponibile sulla piattaforma Netflix il film L’incredibile storia della Repubblica delle Rose per la regia di Sidney Sibilia (sì, proprio quello di Smetto quando voglio) con un cast d’eccezione: Elio Germano, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti, Francois Cluzet (noto al pubblico italiano per aver interpretato il ricco aristocratico Philippe, paraplegico in seguito ad un incedente di parapendio nel film campione di incassi Quasi amici nel 2012), Matilda De Angelis, Leonardo Lidi, Tom Wlaschiha.
La pellicola narra la vicenda paradossale dell’Isola delle Rose, una piattaforma artificiale creata in acque internazionali dall’ingegnere italiano Giorgio Rosa nel 1958 al largo di Rimini, divenuta micronazione dieci anni dopo e demolita nel febbraio del 1969. L’Isola, anche nota in esperanto come Insulo de la Rozoj era dotata di una sua lingua ufficiale, l’esperanto appunto, di una moneta e di un emissione postale. Nonostante le ripetute richieste fatte dall’ingegnere l’isoletta artificiale non fu mai riconosciuta da alcun Paese come Stato indipendente anzi, diventò un caso politico per il governo italiano di quegli anni a maggioranza democristiana.
Ecco come il regista Sibilia racconta ai microfoni di Radio Popolare la genesi del film: «Questa storia vera l’ho trovata per caso su Wikipedia… All’inizio era solo una foto di questa piattaforma in mezzo al mare e da lì ho incominciato ad indagare ed ho scoperto che è una storia pazzesca , incredibile e speri che nessuno abbia pensato di farci un film. Sono andato anche a incontrare Giorgio Rosa a casa sua, a Bologna, un uomo che ho cercato di raccontare a modo mio. Abbiamo poi avvicinato Elio Germano per raccontargli Giorgio ed interpretarlo. Purtroppo durante le riprese Giorgio Rosa è morto alla veneranda età di 93 anni».
Elio Germano, in un’intervista rilasciata ad Arianna Finos de La Repubblica spiega il suo personaggio: «Mi sono recato spesso a Bologna per impadronirmi dell’accento bolognese ed ho parlato con persone che hanno vissuto quell’epoca storica. È venuta fuori l’idea in cui si faceva a gara a chi la faceva più strana. E questo mi ha molto colpito, rispetto al clima di omologazione di oggi in cui tutti cercano di avere dei like, di essere adeguati agli altri, invece di differenziarsi. Quindi questa gara ad essere più strambi e più strani di tutti è stato il vero motore di questo personaggio».
La critica cinematografica ha accolto il film in maniera contrastante. C’è chi vi ha riscontato un edonismo di fondo legato agli anni conclusivi del boom economico in Italia dove tutto appariva ancora possibile, altri ne hanno evidenziato lo sforzo produttivo di farne un film per un mercato internazionale, altri ancora hanno notato la mancanza di corrosività del film di esordio del regista Sydney Sibilia (Il sole 24 Ore). Noi di Maydreams concordiamo con quest’ultimo parere sottolineando che con un cast di ottimi attori si poteva e si doveva fare di più. La parte più divertente e meglio recitata è quella che vede i ministri Franco Restivo (Fabrizio Bentivoglio) e Giovanni Leone (Luca Zingaretti) alle prese con un problema internazionale quale quello di riconoscere a tutti gli effetti la Repubblica delle Rose uno Stato. Anche la prova attoriale di Elio Germano può dirsi riuscita per l’aver saputo dare al personaggio quella vena pazzoide ed anarchica. Tuttavia un film per essere vincente deve saper raccontare una storia bella ed intrigante, non confidare soltanto su attori bravi e di prestigio , essere supportato da una sceneggiatura valida e perché no? anche da musiche,scenografie, fotografia, insomma da tutti quegli elementi che lo rendono gradito al pubblico e ricordato. Peccato, un’occasione mancata!