Il Teatro Diana di Napoli ospita fino al 7 maggio Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese che firma la sua prima regia teatrale. Chi ha amato visceralmente l’omonimo film del 2016, campione di incassi, pluripremiato con due David di Donatello e tre Nastri d’argento ed entrato nel Guinnes dei primati per il numero dei remake realizzati nel mondo, non resterà deluso. Con un cast tutto nuovo, lo spettacolo teatrale convince e continua a mietere consensi lusinghieri da parte del pubblico e della critica.
Ecco come lo stesso regista e sceneggiatore ne ha parlato in una recente intervista: «Nel cinema prendi per mano il pubblico e lo conduci dove vuoi, lo porti a vedere i dettagli che hai deciso di mostrare, il teatro è qui ed ora ed è un unicum, è come se girassimo una sola scena di un’ora e mezza, perché lo sguardo del pubblico è libero di spostarsi in un ambiente dove ha tutto a disposizione. Il progetto è stato ambizioso ma anche entusiasmante e volevo vedere come attori con caratteristiche diverse da quelli dei protagonisti del film lo avrebbero interpretato portando ciascuno le proprie esperienze e il proprio vissuto. Voglio scrivere un testo nuovo per il teatro. Una volta finito il film non è più tuo mentre su uno spettacolo teatrale puoi lavorare tutte le sere ed è una sensazione bellissima».
Ed ecco i nomi degli attori del nuovo cast, in rigoroso ordine alfabetico: Dino Abbrescia, Alice Bettini, Marco Bonini,P aolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Anna Ferzetti, Valeria Solarino. E a loro il compito arduo ma entusiasmante di far rivivere ogni sera sul palcoscenico le vicende di Eva, Rocco, Cosimo, Bianca, Lele, Carlotta, Peppe e Sofia ,personaggi dai caratteri empatici, complessi e versatili.
Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare una sorta di gioca della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. Per non mostrare di avere qualcosa da nascondere accettano tutti e vengano alla luce una serie di verità inconfessabili che rischiano di mettere in pericolo amicizia e rapporti coniugali. Ma finita la cena ci accorgiamo che tutto quello al quale abbiamo assistito divertendoci e commuovendoci non è mai avvenuto . Ognuno dei protagonisti torna alla propria vita di sempre e a nascondere , come durante l’ecclissi di quella sera, un lato di sé.
Lo spettacolo, come il film, è ben scritto e strutturato e tutti gli interpreti danno prova delle loro capacità attoriali. Si commetterebbe un’ingiustizia se si parlasse di pochi interpreti perché Perfetti sconosciuti è uno spettacolo corale e funziona proprio per questo.
Nel sapiente gioco della finzione scenica tutti sono chiamati a giocare il loro ruolo con trasporto e partecipazione emotiva e ciò accade per tutta la durata dello spettacolo. Si nota tra gli attori una certa complicità che aiuta soprattutto nei momenti delle confessioni che danno sapore al testo e lo rendono vivo, vivace ed attuale. Non ci sorprende che il format sia stato esportato nel mondo perché le tematiche di cui parla sono universali e sotto ogni latitudine l’individuo tende a tutelare le difese più intime affinché la verità e la nostra verità sia a portata di mano ma inafferrabile.
L’autenticità è più ideale che reale e noi siamo uno, nessuno e centomila e siamo abili nel metterci una maschera a seconda delle circostanze.
Le scene di Luigi Ferrigno che realizzano un ampio soggiorno con vista della zona cucina, rendono quotidiane le azioni dei personaggi e il cucinare in diretta consente agli spettatori di calarsi meglio nelle vicende narrate. Le luci di Fabrizio Lucci e i costumi di Grazia Materia fanno il resto.
Perfetti sconosciuti è uno spettacolo da vedere. Alla prima napoletana sentiti e meritati applausi.