Continua lo straordinario successo del Global Theatre di Roma. Dal 12 al 22 settembre (ore 20.45 – lunedì riposo) va in scena lo spettacolo “Re Lear” per la regia di Daniele Salvo, traduzione di Emilio Tadini. Tramite un lungo laboratorio di ricerca interpretativa tentare di accedere a situazioni ed emozioni molto complesse con i mezzi del teatro, cercando di arrivare quanto più possibile vicini ad una “verità” propria di altre età, lontana dagli stili e dalle mode recitative attuali. Essere giovani artisti oggi, nel nostro Paese, significa affrontare difficoltà di ogni genere, trovarsi di fronte a sbarramenti generazionali, invidie, famiglie massoniche, gruppi di potere, consensi e dissensi predeterminati, essere frastornati e confusi dalle mille sirene del nostro tempo. Lear è un leggendario sovrano della Britannia, vissuto alcuni secoli prima di Cristo che, vicino alla vecchiaia, decide si dividere il suo regno tra le figlie e i mariti, pur mantenendo la sua autorità regale. E’ la tragedia dei padri incapaci di capire i loro figli, padri che sono ciechi di fronte all’adulazione dei figli che li vogliono ingannare e ciechi di fronte alla devozione dei figli che invece li amano. Lear pagherà i suoi “errori politici” a caro prezzo: non riconoscerà l’affetto e la sincerità di Cordelia e affiderà il potere nelle mani sbagliate con effetti distruttivi. Sino a quel momento Lear aveva potuto dettare leggi e norme. Improvvisamente la sua vita viene sconvolta da un’esperienza che lo pone non dal punto di vista del dominatore ma del dominato. Lear si rifugia così in una sorta di “seconda infanzia” che gli procura un’innocenza che rende ancora più crudeli le azioni delle due figlie Goneril e Regan e nel momento in cui finalmente inizia a dire la verità viene considerato pazzo. Molti elementi di questo testo naturalmente fanno pensare alla nostra società e alle sue discutibili consuetudini: si tratta di un’analisi puntualissima del Potere e dei suoi effetti sulla psiche umana. La lente deformante dell’ego e del dominio acceca gli occhi del sovrano e del politico e lo spinge al più totale isolamento affettivo. Gli elementi naturali dominano : la pioggia, i tuoni e i lampi sono metafora della condizione interiore dei personaggi rispecchiandone l’emotività tormentata. Si tratta di un lavoro “sperimentale”, low budget, frutto di un laboratorio rivolto a giovani artisti ma non cercate in questa occasione elementi performativi o di ricerca visiva accattivante: non è mia intenzione e non è questa la sede giusta. Intendo invece qui lavorare esclusivamente sull’interpretazione e sulla direzione degli attori, cercando di avvicinarmi al cuore del mistero di questo meraviglioso testo, confrontandomi con umiltà con le grandi interpretazioni del passato, che non vanno dimenticate o rinnegate. In questo percorso ci guidano la follia, l’innocenza,la ricerca, l’energia, la dolcezza e la determinazione propria dei giovani. In questo piccolo e sfortunato Paese, fatto di consorterie, esperti politicanti, specialisti e marionette senz’anima forse, anche solo per una sera, non sarà una colpa essere ancora giovani.
Daniele Salvo
INFO: tel. 060608 tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 21.00 www.globetheatreroma.com