Prendere parte come pubblico alla rivisitazione circense della tradizionale “Cantata dei pastori” di Andrea Perrucci, ovvero lo spettacolo “Razzullo e Sarchiapone sott’ ‘o tendone” ideato e diretto da Michele Del Grosso in collaborazione con l’Accademia Vesuviana del Teatro di Gianni Sallustro vuol dire confrontarsi con professionisti che hanno scelto di proporre un lavoro estremamente difficile.
Lo spettacolo è in scena al T.I.N. (Teatro Instabile di Napoli) spazio fondato dallo stesso Michele Del Grosso che ha permesso al semisconosciuto Vico Fico Purgatorio ad Arco di incontrare e ospitare l’Arte in ogni sua forma. Il regista conosce questo particolare teatro come le sue tasche e anche “Razzullo e Sarchiapone” è prova tangibile di quanto Del Grosso sia un tutt’uno col TIN.
Allo stesso modo, volendo analizzare la compagnia sul palco con ben 19 elementi, è possibile ammirare il lavoro di Sallustro che rispecchia la sua carriera personale e la sua attività come insegnante: in scena troviamo solo giovani professionisti, nonostante l’età anagrafica, infatti, nessuno sembra un “semplice allievo”.
Questa laica “Cantata dei pastori” però, non convince. Convincono la regia e gli attori in scena, ma questo immenso lavoro rende difficile la comprensione del lavoro e anche l’interazione col pubblico.
La commistione di diversi generi teatrali è voluta, ma questo non aiuta nella resa finale. Lo spettacolo perde non a livello qualitativo quanto comunicativo.
Questa particolare cantata in cui non solo si cerca un luogo in cui far nascere Gesù Bambino, ma metaforicamente anche un posto dove i teatranti possano partorire i loro spettacoli, va analizzata a fondo prima di essere vista. Questa precisazione non è positiva, ma va fatta per chi non ha avuto ancora modo di vedere “Razzullo e Sarchiapone sott’ ‘o tendone”. È un progetto che in maniera originale mette in scena troppo, un troppo che purtroppo stanca.
Per mantenere vivo il teatro bisogna che tutti si mettano continuamente in discussione, noi addetti ai lavori e contemporaneamente pubblico in primis.
Non siamo forse pronti a un progetto di questa portata? È una delle domande che mi sono fatta apprezzando particolarmente la musica dal vivo (ormai quasi assente nell’80% degli spettacoli) che ha visto la consulenza di Alessandro De Simone e la performance di Salvatore Sorace alla chitarra, Enrico Valanzuolo alla tromba ed Emilio Pietropaolo alla batteria.
A mio avviso il lavoro andrebbe snellito nei dialoghi, nei troppi generi a cui si rifà, nelle performance musicali e acrobatiche che arricchiscono ma allo stesso tempo appesantiscono l’intero lavoro che per tutti questi motivi sembra durare anche più del tempo effettivo. Assisterete indubbiamente a uno spettacolo di Teatro con la T maiuscola con Gianni Sallustro nel ruolo di Razzullo e i suoi giovani attori: Rosaria Cacace, Fabio Di Gesto, Gianmichele Areniello, Rossana Arpaia, Anna Ammaturo, Gennaro Lazzari, Tommaso Sepe, Francesco Fruccio, Alessandro Todisco, Andrea Palmese, Giada De Gennaro, Gabriela Iervolino, Ivan Cozzolino, Emanuele Boccia, Federica Caiazzo.
Lo spettacolo sarà in scena fino al prossimo 10 gennaio 2016.
Per ulteriori info, cliccate qui.
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