Domenica 13 aprile 2014, alle ore 18:00 si inaugura la mostra personale dell’artista indiano Rakesh Bani, a cura di Veronica Longo, presso l’Atelier Controsegno, ubicato in Via Napoli 201, Pozzuoli (Napoli).
Dopo il grande successo di pubblico e consensi dell’opening Numero uno, l’Atelier Controsegno apre al pubblico la mostra del giovane incisore Rakesh Bani. L’artista ripropone alcune delle opere esposte nella personale del 2011, Metamorphosis (a cura di Veronica Longo), presso la galleria d’arte sangiorgio a San Giorgio a Cremano (Napoli), con l’aggiunta di nuove incisioni realizzate in Giappone. Bani (classe 1974), assistente universitario in India, dove è nato, ha conseguito il Diploma Accademico e in seguito un Master, entrambi in Grafica d’Arte. La sua formazione in questi anni è stata varia e poliedrica, avendo frequentato tanti workshop e stage di specializzazione; tra l’altro, sempre nel 2011, ha partecipato all’Artist in Residence Program, premio concesso a un incisore straniero dall’Art Studio Itsukaichi, per il programma di residenza artistica, della durata di 3 mesi, presso Akiruno-City (Tokyo). Altri riconoscimenti si sono poi susseguiti in questi anni, come la recente segnalazione al concorso internazionale exlibristico di Bodio Lomnago (Varese), in cui l’Artista ha ottenuto una menzione speciale per il suo lavoro.
Osservando le sue incisioni, a prescindere dai soggetti che toccano la sfera personale, è senza dubbio innegabile la qualità tecnica di Rakesh: padrone delle molteplici metodologie, passa con agilità dal segno istintivo della xilografia, a quello “classico” e tradizionale dell’acquaforte, ad acquetinte rese con morbidezza attraverso diversi passaggi chiaroscurali, utilizzando talvolta la serigrafia, ma anche la fotoincisione o il gaufrage, affinché sia il testo, sia l’assenza totale di colore, s’integrino e diventino un tutt’uno con l’immagine creata. La sua maestria è offerta anche dalla mirabile esperienza come stampatore.
Interessante è anche l’analisi formale delle opere di Rakesh, in cui il mistero e il fascino dell’India, di un mondo e di una cultura così diversa e lontana dalla sintesi del nostro occidente, traspare regalandoci una ricchezza enorme di strutture e significati che si evincono da alcune immagini ricorrenti: il girasole, simbolo di colore e vita, la natura nella tua totalità che partecipa al ciclo dell’esistenza umana e, l’uomo stesso, in quanto individuo, che nasce e degenera dalla terra che l’ha creato: molto sentito è il tema del passaggio verso un’altra dimensione, ma anche della metamorfosi, in cui uomini e donne cercano la loro vera dimensione mutandosi in farfalle, libellule, animali vari, o fonti sgorganti. È così che, i suoi personaggi, a confine tra il fantastico-fiabesco-sognante e la realtà quotidiana, nella sua totale trasformazione e nel suo evolversi verso il trapasso e l’ultraterreno, si concedono ai nostri occhi, in maniera spontanea e disincantata, raccontandoci la loro storia e lasciandoci pur sempre quel dubbio insolvibile per l’uomo: chi siamo, da dove proveniamo e a quale meta approderemo.
A completamento dell’evento, dalle ore 19.00, le artiste Giovanna Battigaglia e Fiorella Pernice si esibiranno nell’Arabiya (danza del ventre) e Bollywood (ballo del cinema indiano), al fine di trasportare il pubblico nelle lontane e fantastiche atmosfere orientali.
La mostra resterà aperta fino al 3 maggio, dal martedì al sabato: 16.30 – 20.00; domenica: 11.00 – 13.30. Lunedì e festivi chiuso.
INGRESSO GRATUITO.