Maturata un’esperienza di numerosissime sfilate e backstage, Raimondo Rossi ha deciso di dedicarsi, in maniera indipendente o con FABUK Magazine e Sir-K magazine, a lavori di styling, direzioni creative e fotogiornalismo. Su Vogue Italia è presente qualche suo esempio di fotografia di still life, fashion, documentary e architetture, a dimostrare la versatilità di Raimondo in ogni lavoro. Adesso, Raimondo è pronto per una nuova avventura: Il Festival Europeo F. F. F. Sarà infatti uno dei giudici della quarta edizione del Festival, il 22 agosto.
Che periodo sta attraversando nella sua vita?
«Credo che la vita sia sempre un continuo imparare, una continua evoluzione, quindi posso dire che in questo momento, dopo quattro anni di moda vista molto da vicino, sento il bisogno portare questa esperienza a campi che mi piacciono di più, che possono essere il cinema, le altre arti, i diritti delle persone, per cui c’è sempre da combattere. Voglio dire che non sento molto il desiderio di fare lavori strettamente “di moda”, ma vorrei che ogni lavoro (in cui comunque possono essere coinvolti designers o brands) possa arrivare ad un pubblico più ampio e più vero, dare un messaggio che sia per tutti più utile e significativo. Lo ho sempre fatto, vorrei ancora di più dare questo mood ai lavori».
I progetti futuri avranno questa direzione quindi?
«Si, proprio a settembre dovrei realizzare due progetti in cui farò la direzione artistica. Ancora ci sono alcuni dettagli da definire, ma entrambi sono molto interessanti. Nel primo progetto voglio parlare di moda e filosofia, e affiancherò alla moda tradizionale, con i capi di due stilisti molto talentuosi, l’opera di un pittore che stimo molto, Francesco Patanè. Le mani e il nostro corpo interiore saranno i protagonisti di questo lavoro. Forse anche un filosofo di alto livello sarà parte del tutto. Il secondo progetto invece, o lavoro che dir si voglia, parlerà di diverse forme di bellezza e sarà probabilmente più diretto al maschile, un ambito che ha più bisogno di aprirsi. Non sto ora a parlare delle idee che caratterizzeranno il tutto, ma posso dire che il project manager sta cercando una location interessante. Fra quelle più papabili c’è palazzo Martini, un bellissimo palazzo nobiliare del XV secolo, vicino Roma».
Sbaglio o una preview delle “Forme delle bellezze” è su qualche foto sulla tua pagina Vogue?
«Sì esatto c’è un accenno a quello che poi vorrò fare nel secondo progetto. Sulla mia pagina Vogue ogni tanto metto delle fotografie, fatte da me, che anticipano dei lavori di più ampio respiro che poi vengono realizzati. Colgo l’occasione per ringraziare le selezionatrici di Vogue, della sezione Vogue Fotografia, che negli ultimi due anni hanno scelto una foto mia ogni 12/13 giorni. Una cosa di grandissima importanza per me, poiché apprezzare foto non trattate, non ritoccate, che rappresentano solo la verità della realtà, è un segno di grande competenza e professionalità da parte del giornale, e per me una bella soddisfazione».
A cosa stai lavorando in questo periodo?
«Il 22 agosto sarò giudice in Abruzzo al Festival Europeo FFF, che è un festival di respiro internazionale che coinvolge la Camera della Moda Svizzera e la fashion Week di Dubai e del Montenegro. Un festival che cura talenti emergenti nel design, nella fotografia, nel modeling. Da qui il simbolo con le tre F. Colgo l’occasione per ringraziare ancora lo stilista Stefano Montarone e la direttrice Alexandru Titova che, invitandomi, hanno dato segno di stima per la mia persona e la mia preparazione».
Dopo settembre invece cosa farai?
«Dopo i due nuovi progetti, vorrei davvero tornare un attimo a Los Angeles, per degli eventi che ci saranno ad ottobre, a cui sono stato invitato. Ottobre in California è molto importante, sia per la moda che per l’arte. Ho anche cari amici da salutare in quella città, quindi è sempre bello esserci. Quella metropoli, che io definisco di padre americano e madre messicana, riserva sempre un’accoglienza calda per tutti noi».