“Ragazze sole con qualche esperienza” di Enzo Moscato diretto da Francesco Saponaro sarà in scena dal 20 dicembre al 6 gennaio al teatro San Ferdinando di Napoli.
Lara Sansone e Veronica Mazza nei panni di due femminielli con Carmine Paternoster e Salvatore Striano garantiscono la forza attoriale di “Ragazze sole con qualche esperienza” in scena al teatro San Ferdinando di Napoli dal 20 dicembre fino al 6 gennaio. Un testo del 1985 di Enzo Moscato per la regia di Francesco Saponaro. Come per altri suoi lavori il regista disegna la scena per ambientarci la sua regia e lo fa basandosi sulla forza evocativa che il teatro San Ferdinando possiede: questo teatro – dice Saponaro – è qualcosa di diverso da un semplice teatro ha una forza, una suggestione che solo standoci dentro si può comprendere”.
Il testo racconta di due coppie di emarginati che si incontrano per dare sfogo a un folle e inebriante appuntamento d’amore. «Un plot surreale ed eccentrico – scrive nelle note Francesco Saponaro – nel quale due travestiti, Grand Hotel e Bolero Film, ricevono nella loro alcova Scialò e Cicala, due strampalati delinquenti in fuga da un agguato di camorra.
La forza poetica e drammaturgica di Enzo Moscato è ormai cosa nota ma forse in questo lavoro la sua capacità profetica è superiore a tutti gli altri lavori: qui si precipita fino a quello spaccato sociale del dopo terremoto nella Napoli degli anni ottanta, caldera virulenta dei mali e delle contraddizioni da cui siamo ancora infestati e grottesco girone infernale senza via d’uscita né scampo.
Un lavoro duro per tutto il cast: “Ho trovato nel lavoro registico – afferma Lara Sansone – un ritorno allo studio del personaggio, un rigore, una dedizione rara e sono felice di avere preso parte questo lavoro”. “ Mi sono lasciata andare – sostiene la Mazza – alle indicazioni registiche un po’ per volta fino a scoprire un mondo parallelo ma che alla fine sento vicino. Di grande utilità e spunto di partenza per capire appieno il mio personaggio è stata l’indicazione di immergerci nell’atmosfera post terremoto del 1980”.
“Il teatro – dice Striano – ha cambiato la mia vita, mi sono salvato grazie a Shakespeare e ho compreso la mia città e l’ho amata grazie a Enzo Moscato”.
Realtà e finzione si mescolano fino al cortocircuito tra l’esperienza biografica dei protagonisti e i loro ruoli. Salvatore Striano e Carmine Paternoster sono attori che dopo l’esperienza della detenzione hanno trovato un riscatto umano grazie al palcoscenico e a film come Gomorra di Matteo Garrone e Cesare non deve morire dei fratelli Taviani, successi internazionali premiati ai festival di Cannes e Berlino. Con loro le attrici Lara Sansone, nipote ed erede scenica di Luisa Conte, storica fondatrice del Teatro Sannazaro, tempio della tradizione popolare napoletana, e Veronica Mazza, volto dalla spiccata vis comica che declina nei territori del teatro, del cinema e della serialità televisiva.
La scelta delle due attrici – continua il regista – ad interpretare due femminielli non è casuale, ma è legata alla mia idea di teatro lontano da qualsiasi convenzione; con Veronica c’era da tempo l’idea di fare un qualcosa insieme e Lara ha una grazia fantasiosa ed un’iperbolica capacità di restituire la sapienza antica appresa dalla nonna in forma moderna. Mi colpisce di lei anche la notevole.naturalezza e consapevolezza scenica. Queste due diversità sulla scena creano una scossa tellurica, così come è richiesto dal testo.