Ci ha messo un po’ di tempo prima di accettare, ma poi Raffaella Fico, regina del gossip italico e star dell’ultima edizione di Tale e Quale Show, ha ceduto. Ha fatto un disco. Si chiama Rush ed è anche ben fatto, per chi ama il genere urban. Prodotto dal duo Max Moroldo e Gianluca Tozzi (suo compagno e figlio del grande Umberto), il disco contiene 10 pezzi dance che sembrano rifarsi al mondo di Beyoncè e Rihanna, ma con un occhio alle vicende personali dell’italianissima Fico. Che canta con grinta e si esibisce anche in video molto coreografici. Insomma, non siamo più nell’epoca delle famose senza un perché.
Non solo un disco ma anche una data live al teatro della Luna di Milano il 17 dicembre. Una carriera nuova presa seriamente?
«Non voglio dimenticare di essere nata come personaggio tv e quindi lo show a cui sto lavorando davvero tanto non è un concerto semplice. Avrò come ospite il rapper Carl Prit, ci saranno momenti dove faccio cover delle mie artiste preferite. E anche una parentesi proprio dedicata alla tv.»
La scelta di cantare in inglese?
«La cosa buffa è che il progetto è nato mentre cantavo Laura Pausini in macchina con il mio fidanzato. Ma poi per riunire un team di produttori internazionali abbiamo pensato che sarebbe stato bene realizzarlo per tanti mercati questo disco. Anche perché così si ha più possibilità di rientrare dell’investimento che è stato notevole.»
Quasi tutti i brani sono scritti da un binomio dance italiano, Bini e Rossi. Come sono nati?
«Su 10 ben tre sono molto autobiografici, e cioè Rush, Dé Jà Vu e Is It You. Abbiamo fatto semplicemente una full immersion con loro e ho raccontato di tutta la mia vita. di Gioie e sofferenze, come credo ci siano per tutti.»
Hai saputo cosa ne pensa il padre del tuo fidanzato, Umberto Tozzi?
«Ci avevano anche proposto di fare un duetto ma ho detto di no perché rispetto molto la sua storia ed è un tipo diverso di musica. Non escludo niente, ma so che lui mi sostiene. Anzi mi ha detto: devi lavorare di più perché parti svantaggiata?»
Come svantaggiata? Sei già famosissima…
«Ma il gossip ti può far male. E ho faticato a far capire che sono davvero io a cantare, che mi sto impegnando e che prendo questa carriera in maniera professionale. Sto studiando, voglio che ci sia un lancio anche estero l’anno prossimo e mi piace che tutto il progetto sia in inglese. Per questo sarà impossibile andare in certi programmi tv italiani, come Sanremo, dove il genere che faccio non è rappresentato.»
Come lo definiresti?
«Urban al femminile, unico nel senso che questo mix di generi al momento in Italia le donne non lo fanno. Ci sono solo degli uomini e soprattutto quello che porto io con questo disco non è musica pop italiana.»