Hanno attraversato lo sconfinato universo della musica, i Radical Kitsch, viaggiando tra il jazz, il rock, il prog, la psichedelica, sperimentando e ricercando linguaggi musicali sempre più raffinati. Adesso l’avventura per la band, composta da Francesco Capriello, Giovanni Conforti e Gianluca Capurro, prosegue attraverso il soul, il dub e l’elettronica, senza dimenticare la psichedelica. In occasione dello showcase nella Fonoteca di Napoli, i Radical Kitsch hanno celebrato il sodalizio artistico con Alana Sinkëy, la vocalist soul, originaria della Guinea Bissau. Nel corso della serata, a cui hanno partecipato Marcello Coleman e DJ Spike, la band ha presentato i singoli Trasformazioni, Autunno e Gulliver’s thought, che saranno inseriti nell’album, in fase di lavorazione, intitolato Trasformazioni. Nel finale, con l’intervento a sorpresa di Peppino di Capri, in veste di ospite e spettatore, i Radical Kitsch hanno rivisitato in chiave dark-electro il brano sanremese E mo e mo.
Con Trasformazioni incomincia un nuovo percorso artistico per i Radical Kitsch?
«È una nuova tappa, un punto di partenza. In passato ce ne sono stati tanti, ma sapevamo che avremmo cambiato strada, perchè era nei nostri propositi iniziali».
Spaziate tra jazz, rock, prog, psichedelica, dub, soul ed elettronica. La costante ricerca è ciò che contraddistingue un vero musicista?
«Probabilmente quello che caratterizza tutti i musicisti. La nostra estetica di base è quella di essere un laboratorio. I Radical Kitsch sono sperimentali, infatti, alcuni componenti del gruppo sono stati dei turnisti, che hanno affrontato generi diversi. Ed anche quelli che hanno giocato con noi, in passato, venivano da svariate esperienze e noi ci siamo riadattati a loro».
Quando è iniziata l’intesa artistica con Alana Sinkëy?
«Ci siamo incontrati a Napoli cinque anni fa, grazie al tastierista Sergio Salvi che ha preso parte al progetto musicale Cosmosoul. Ascoltando la voce di Alana abbiamo capito che era la voce giusta. Lei canterà Autunno e Gulliver’s thought nel disco Trasformazioni ed interpreterà i brani di un ep che realizzeremo e che rientra nel nostro ruolo di factory, cioè di produttori musicali».
“Trasformazioni”, “Autunno” e “Gulliver’s thought” da quali ispirazioni prendono vita?
«Autunno è un brano composto in italiano, a fine anni ’90, a cui abbiamo dato un sapore inglese, per farlo cantare da Alana. Il brano è stato riarrangiato in chiave elettronica e l’intervento di Marcello Coleman, autore di una parte dal sound dub, lo rende fruibile ad un pubblico internazionale. Gulliver’s thougt è un pezzo degli inizi del 2000, ispirato al romanzo di Swift, dal sound jazz e con un po’ di elettronica, che allora interpretò la cantante Ludovica Manzo. Lo abbiamo rivisitato per Alana ed è diventato un brano soul, dub ed electro, in cui Dj Spike ha realizzato il campionamento di base elettronica. Trasformazioni attinge dalla mia esperienza musicale tedesca nella città di Düsseldorf, un pezzo che ammicca ad un’elettronica stile anni ’70, come quella dei Kraftwerk. È un pezzo ironico, il cui titolo racconta di noi e del fatto che ci trasformiamo spesso».
Quale sarà il filo conduttore che unirà i brani dell’album Trasformazioni?
«Il filo conduttore sarà il sound elettronico. Ci sarà molta poesia come intermezzo tra un pezzo e l’altro, dando spazio ai musicisti di accompagnare i versi».
Avete rivisitato “E mo e mo” di Peppino di Capri. Com’è nata questa amicizia?
«Negli anni ’90 abbiamo instaurato un rapporto di amicizia con il figlio Edo, un ottimo polistrumentista, diplomato alla Berklee College of Music di Boston, un maestro d’orchestra. In quel periodo io e Gianluca Capurro eravamo in un gruppo underground ed Edo suonava la batteria, da allora è iniziata la frequentazione. Ma soprattutto c’è la stima nei confronti di Peppino che ho apprezzato sin da ragazzo ascoltando i vinili a casa».
Il vostro album precedente, Limo, ha visto la partecipazione del fonico e produttore Eddie Kramer. È stato un incontro artistico significativo per voi.
«Sì, lo conoscemmo online. Il nostro tecnico del suono di allora, Francesco Sondelli, che si occupò del resto del mixaggio, era un collaboratore di Kramer e ci suggerí di contattarlo. Kramer accettò e mixó in diretta via Skype. In seguito lo abbiamo incontrato personalmente ed è stata una soddisfazione immensa. Kramer è stato il produttore di Jimi Hendrix, David Bowie e The Beatles».
Sono previsti dei live per i prossimi mesi?
«Sì, interagendo con Radio Yacht organizzeremo delle serate insieme ad Alana Sinkëy. Poi faremo dei live all’estero».