L’attentissima è il nuovo romanzo di Teresa De Sio, l’amatissima artista che nel tempo ha rapito un vasto pubblico con il suo singolare genere musicale folk-rock e per le sue appassionate canzoni. Oggi viene nuovamente consacrata in veste di scrittrice, un abito che indossa egregiamente. Teresa De Sio è al suo secondo romanzo, il primo, Metti il Diavolo a Ballare…oggi L’Attentissima (Einaudi), un lavoro che aprirà nuovi orizzonti. Abbiamo colto questo momento per incontrare il pensiero di Teresa De Sio, una donna, una musicista, una scrittrice…una gran bella personalità.
Teresa de Sio, lei cavalca la storia della musica popolare napoletana in qualità di artista in movimento. Oggi la incontriamo in veste di scrittrice, quanto la emoziona questo abito?
«Chiaramente molto. La scrittura è una strada che intendo proseguire. Sono al mio secondo libro, il primo, Metti il diavolo a ballare e oggi mi ripresento con L’Attentissima. Con questa pubblicazione intendo sottolineare che faccio sul serio.»
Un progetto quello del libro dove possiamo incontrare un richiamo alla musica oppure si tratta di tutt’altro contenuto?
«La musica c’è…esiste, ma per dissipare ogni equivoco voglio chiarire che L’Attentissima è un libro che non c’entra con la musica. E’ un testo sull’identità, un romanzo di formazione, trasformazione, redenzione. Un libro dove si coglie il processo di trasformazione che accade in ognuno di noi…anche nel mio caso ad esempio si osserva il passaggio da musicista a scrittrice. La vita è scandita da momenti di trasformazione identitaria ed in particolare con L’Attentissima rivolgo attenzione al percorso di cambiamento dell’identità sessuale.»
Durante il suo percorso di musicista lei ha incontrato, affiancato, collaborato con numerosi artisti del panorama musicale. C’ uno che più di tutti le ha toccato l’anima?
«Indubbiamente l’incontro con Fabrizio De Andrè nel 1996.»
Sembra che l’idea di L’Attentissima sia stata partorita circa un anno fa, a seguito di alcuni concerti, tra cui richiamo quello che l’ha vista insieme a Pino Daniele, l’indimenticabile artista partenopeo scomparso di recente. Qual ‘è il ricordo di Pino che conserva più intimamente?
«Di Pino conserverò per sempre proprio il momento concertistico che abbiamo condiviso al Palapartenope…lui si esibì con il mio pezzo “Voglia e Turnà” io con la sua “Quando Quando”…la prima volta che accadeva questo scambio musicale…ed è stata l’ultima.»
Ritorno al punto di partenza…che è altresì quello di arrivo. Il romanzo L’Attentissima. Che progetto esplorerà con il libro?
«Con L’Attentissima sono partita da poco in circolo con le presentazioni; Prima di questa che avrà luogo qui a Napoli, c’è stata quella a Roma, poi proseguirò con Capua e così via, ma ciò che intendo sottolineare con incisione è il progetto di “reading” che intendo sviluppare con L’Attentissima. Un programma che porterò in giro per L’Italia insieme al musicista deejay Valerio Corzani, un melologo letterario elettronico con il quale apriremo le danze il 27 aprile al Frigoriferi Milanesi.»
Con la sua musica lei ha sempre mostrato un’appassionata napoletanità…verace, genuina, conquistando eterogenee categorie della nostra città e non solo. Se le chiedessi di lanciare un messaggio rivolto ai giovani, quale consiglierebbe?
«Beh…imparare a conoscere se stessi, senza lasciarsi sedurre dalle chimere, dai talent, ma puntare all’opportunità di riconoscersi, pur essendo questo uno degli esercizi più complicati. La frase sembrerà banale e un po’ abusata, ma bisogna essere sempre se stessi!»