Il nuovo concept album di Michele Bravi dal titolo La geografia del buio è in uscita il prossimo 29 gennaio in tutti i digital stores, in formato CD e in vinile. Scritto con la collaborazione di Federica Abbate e Cheope (già autori del brano del 2017 Il diario degli errori), è stato preceduto dal video del singolo Mantieni il bacio e dal brano La vita breve dei coriandoli.
Il vincitore della settima edizione di X Factor e l’attore Francesco Centorame sono i protagonisti di un video che ha una narrazione cinematografica: immersi in uno stato allucinatorio, reso visibile da una nebbia che invade ed avvolge sono consapevoli che l’unica salvezza e l’unica forza in grado di combattere quella coltre bianca è l’Amore.
Il suggestivo video è nato da un’idea dello stesso Bravi, prodotto da Think/Cattleya ed è stato diretto da Nicola Sorcinelli, vincitore nel 2017 del Nastro d’Argento per il cortometraggio Moby Dick.
Ecco la tracklist de La geografia del buio: La promessa dell’alba, Mantieni il bacio, Maneggiami con cura, Un secondo prima (ft Federica Abbate), La vita breve dei coriandoli, Storia del mio corpo, Tutte le poesie sono d’amore, Senza fiato, Quando un desiderio cade, A sette passi di distanza.
Ecco come Michele Bravi ne racconta la genesi durante la conferenza stampa di presentazione: «Questo disco è la storia di come il dolore umano possa trovare uno spazio dentro l’anima di chi lo accoglie e abbracciare la propria fragilità è un atto di estrema ed incontenibile forza. La geografia del buio è un disco che parla di umanità in maniera delicata e scopre nuove possibilità per orientarsi in un mondo che sembra senza luce e senza indicazioni certe. Questo disco nasce da una solitudine profonda . La mia voce è stata per lungo tempo in silenzio, sopraffatta dagli eventi. Ho letto spesso un libro che mi ha illuminato Diario di un dolore di C.S.Lewis che racconta la reazione dello scrittore alla morte della moglie. Nel testo c’è un’osservazione lucida, puntuale nel registrare le emozioni, le sensazioni che scaturiscono dal dolore ed invadono l’animo. Mediante un percorso ho imparato anch’io a convivere con il buio perché la musica da sola non salva. Condividere la geografia del dolore dà forza, energia e la condivisione è l’unica arma per sconfiggere la nostra sofferenza. Attraverso la terapia sono riuscito a dare una casa al mio dolore. Mi piace citare a questo proposito un aneddoto che ci raccontava la nostra insegnante di francese a scuola. Quando a Parigi fu realizzata la Torre Eiffel il suo costruttore venne ampiamente criticato soprattutto per aver deturpato il paesaggio circostante. Pur di non vederla uno dei detrattori si disponeva vicino alla Torre ogni mattina. Eiffel gli chiese il perché e l’uomo rispose che per non vederla doveva starci vicino. Ecco, noi dobbiamo fare la stessa cosa con il dolore. Per sopportarlo dobbiamo starci dentro e curarlo».
Michele Bravi canta poi il brano La vita breve dei coriandoli che è un inno alla fragilità. «Questa canzone è il racconto personale dell’angelo che mi ha guidato attraverso il buio e che, insegnandomi a condividere il dolore, mi ha ridato forza, fiducia, speranza. Di che materia sono fatti gli angeli?».
Poi è la volta del pianista Andrea Manzoni che dice che l’album presenta delle sonorità particolari e magiche in quanto si è andati alla ricerca di un pianoforte verticale degli inizi del ‘900. La difficoltà principale è stata quella di entrare in relazione con lo strumento che aveva un che di vissuto. Tuttavia la voce di Michele Bravi è calzata alla perfezione dando alle composizioni un suono pulito ed espressivo . L’album infatti è tutto giocato sulla voce e sul pianoforte. Anche il produttore del disco Francesco Catitti rivela che il lavoro di realizzazione è stato difficile e complesso per la forte intensità delle partiture musicali e degli elementi narrativi.
Michele Bravi canta poi Mantieni il bacio «che è la dichiarazione d’amore più grande che io abbia mai fatto. Nel bacio infatti si incontrano il luogo della parola e quello dell’anima. Ho imparato col tempo la libertà di amare. Non ho mai nascosto la mia sessualità e sono convinto che bisogna esporsi . Due amanti si rincorrono e si trovano al di là del luogo in cui vivono. La distanza non diminuisce il loro amore ed azzera il fuso orario».
Prima delle domande da parte della stampa Michele Bravi desidera ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto questo progetto e lo hanno aiutato ad uscire dal cono d’ombra del dolore, in particolare: Massimo Recalcati,Chiara Galiazzo(la cui voce si sente in sottofondo in alcuni brani), i musicisti Elio Di Nardo e Andrea Manzoni , gli autori , i produttori e l’ufficio promozione dell’album.
Partiamo da una domanda che generalmente si fa per ultima. Prevedi un tour e quando?
Bravi: «l disco doveva uscire un anno fa ed avevamo previsto un tour nei teatri di molte città per avere una dimensione più intima e confacente ai brani da proporre. E’ tutto pronto e ci auguriamo che finisca al più presto l’emergenza sanitaria».
Ci puoi raccontare la genesi del brano Tutte le poesie sono d’amore?
Bravi: «In un luogo di umanità e comprensione quel senso di buio lascia spazio a gesti d’amore potenti e veri. Anche l’odio ha una base nell’amore. Le canzoni più belle parlano d’amore. Anche le poesie più belle e sofferte parlano d’amore».
Quanto è stato terapeutico per te il dolore?
Bravi: «Il dolore deve essere affrontato cinicamente così come affrontiamo una malattia. Il dolore non si cura da solo. La musica di per sé non ti guarisce. Ti devi affidare ad uno studio medico e pertanto non credo nella terapeuticità del dolore fine a se stesso».
Hai avuto sostegno e comprensione dai tuoi colleghi?
Bravi: «Molti mi sono stati vicini anche semplici conoscenti. Tutti mi hanno regalato una forza propulsiva enorme: Chiara, Fiorello, Maria De Filippi, solo per citarne alcuni. Sono stato accolto con familiarità e con tanta condivisione e partecipazione che mi hanno sorpreso».
Come stai vivendo la pandemia?
Bravi: «È un periodo molto complesso perché domina l’incertezza. È difficile parlare di futuro in questo momento. Penso che il mio album possa essere ascoltato come una possibilità per orientarsi. La pandemia forse ci ha insegnato ad essere più umani».
Quando è iniziata la tua rinascita? Ti senti diverso da quello che eri un anno fa?
Bravi: «Ho letto con grande piacere il libro di C.S.Lewis Diario di un dolore. Ho capito che una persona ti può consigliare ma il percorso per guarire lo devi fare tu, in prima persona. Il dolore va affrontato e non giudico più la vita. Oggi convivo con l’invadenza del dolore con una consapevolezza che forse non avevo lo scorso anno».
Il primo brano dell’album si intitola La promessa dell’alba. Hai fatto una promessa anche a te stesso?
Bravi: «Certo, soprattutto a me stesso per vivere e non sopravvivere. Ognuno di noi ha il dovere di curare il proprio dolore. Mi sono accorto che non ero più io. Dovevo riappropriarmi di me stesso perché il dolore accumulato va rimosso».
In Mantieni il bacio parli anche di coloro che ti hanno tradito?
Bravi: «Ci sono delle persone che non hanno la capacità di vedere la tua sofferenza. È ovvio che la mia gratitudine va soprattutto a coloro che mi sono stati vicini».
Le tue origini umbre ti hanno aiutato in questo percorso?
Bravi: «Sono stato cresciuto dai miei nonni che mi hanno trasmesso saldi valori,in particolare mio nonno quello della resilienza. Amo l’Umbria e soprattutto la Porziuncola, fuori Assisi, dove morì Francesco. Sono legatissimo alla mia terra».
Quali canzoni che parlano dell’amore e del dolore, ritieni che siano le più belle in assoluto?
Bravi: «Non è semplice rispondere. Tuttavia penso al repertorio di Ivano Fossati».
Tu hai parlato di orientamento, mappa, ordine come caratteristiche del tuo album. Quale brano potrebbe invece disorientarci?
Bravi: «Senza dubbio storia del mio corpo. Il mio percorso attraverso il buio e il dolore è stato possibile con l’aiuto dell’EMDR (Modello clinico per il trattamento di tutti i tipi di trauma N.d.r.) In questo brano ho descritto tutto quello che il mio corpo ha sentito durante il percorso medico: la perdita di adesione al reale, la dissociazione, le allucinazioni. Per questo motivo insisto con la cura del dolore e dal dolore».
Ci puoi descrivere la copertina dell’album?
Bravi: «La copertina rimanda alle allucinazioni ma non nel senso di visioni disturbanti per l’occhio di chi guarda , piuttosto piccole suggestioni evocative che possono in un certo qual modo raccontare lo stravolgimento del reale e l’invadenza di un momento buio. Sono seduto su un divano poggiato sull’acqua e tutti gli elementi scenografici sono stati recuperati da capannoni in stato di abbandono. Abbiamo dato loro una seconda vita».