La Casa di Carta è sicuramente tra le serie televisive di maggior successo proposte dalla piattaforma Netflix. Uno dei motivi per cui la serie spagnola piace tanto, oltre che per la sua trama avvincente, va sicuramente attribuito alla particolarità dei personaggi: dei rapinatori vestiti in rosso e con una maschera del pittore Salvador Dalí, i quali capitanti dal Professore, per mantenere segreta la propria identità decidono di chiamarsi con i nomi di alcune città come Tokyo, Mosca, Berlino, Nairobi, Rio, Denver, Helsinki, Oslo, Marsiglia.
Lo scorso mese di agosto sono iniziate le riprese dell’ultima stagione de La Casa de Papel, che sarà composta da una sola parte. In attesa, quindi, di aspettare l’uscita dei nuovi episodi, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Luka Peroš, l’attore che nella serie interpreta Marsiglia. L’attore è stato ospite in Italia di recente al Socia World Film Festival di Vico Equense.
Marsiglia è un componente entrato a far parte della banda nella terza stagione. Come ti sei adeguato ai ritmi di una serie già avviata? Hai avuto difficoltà nell’interpretare Marsiglia?
«Il personaggio di Marsiglia è stato creato in un secondo momento dagli sceneggiatori. Inizialmente è stato un po’ difficile entrare nel ruolo di Marsiglia, perché non sapevo molto di questo personaggio, poi, di volta in volta ho imparato a conoscerlo e devo dire che mi ha preso veramente tanto. Anche perché dal primo momento che è entrato a far parte della band ha avuto una continua crescita».
Cosa ti ha colpito in particolar modo del tuo personaggio? Quali saranno i risvolti del tuo personaggio nella prossima stagione?
«Il personaggio di Marsiglia può essere visto un po’come il sollievo che si cerca dopo aver mangiato il cibo indiano, speziato e molto forte, quindi il mio ruolo alleggerisce un po’ l’ambiente drammatico. Abbiamo già iniziato le riprese, ma non posso dire nulla sul mio personaggio o su cosa accadrà nella prossima stagione».
Il ruolo di Marsiglia ha contribuito a farti conoscere come attori in tutto il mondo. Ma cosa puoi raccontarci dalle tue origini ad oggi?
Sono nato in Croazia e ben presto mi sono trasferito a Boston, dove nel 2000 mi sono laureato all’Emerson College con un BFA in Performing Arts. Ho sempre amato l’arte teatrale, anche se da cinque anni sono impegnato maggiormente con progetti televisivi, ma sicuramente ben presto tornerò sul palcoscenico, me lo auguro. Nel corso della mia vita ho vissuto davvero in moltissimi posti, per questo motivo parlo molte lingue, una delle caratteristiche che mi ha aiutato molto nella mia carriera da attore».
Hai mai pensato di dedicarti anche alla scrittura oltre che alla recitazione?
«In realtà non credo di essere portato per la scrittura, penso che mi figlia di otto anni scriva meglio di me (ride n.d.r.). Mi piace molto interpretare un personaggio, entrare nei panni di un’altra persona. Certo, se dovessi dare un mio piccolo contributo per una sceneggiatura in fase di elaborazione, lo darei molto volentieri, anche perché sono una persona che non si ferma davanti a nulla. Amore le nuove sfide, sperimentare e fare nuove esperienze».