Lucianna De Falco è una apprezzata interprete di cinema, teatro e tv. Una intensa carriera la sua tra diverse arti, quale progetto le è rimasto nel cuore?
«Ho avuto la fortuna ed il privilegio di cominciare questo mestiere in un momento in cui alle audizioni incontravi direttamente i registi e gli aiuto registi, erano loro a sceglierti; un giorno, al bar degli studi di Cinecittà, conobbi Federico Fellini, presi un appuntamento con lui, ma purtroppo di lì a poco il Maestro morì: è il rimpianto, di non aver lavorato con lui che mi è rimasto nel cuore».
Come giudica il livello delle produzioni artistiche italiane?
«Credo che, pur non avendo nulla da invidiare, per contenuto e forma, a quelle straniere, manchino di una distribuzione agile, e siano legate ancora troppo alla politica, che molto spesso non permette un reale ricambio dei protagonisti. Quando invece le collaborazioni diventano internazionali, e soprattutto adesso che il mercato è diventato più ampio con Sky e Netflix il prodotto artistico italiano riesce a raggiungere i risultati eccellenti dovuti».
In teatro ha da poco tempo preso parte al progetto di Antonella Stefanucci su Titina de Filippo, ce ne parla?
“Tornò al nido … e altre Titine” è stata una bellissima occasione per conoscere meglio Titina autrice e attrice, abbiamo lavorato sui suoi testi e abbiamo integrato lo spettacolo con citazioni celebri dal repertorio cinematografico di Titina de Filippo, i personaggi che l’hanno resa celebre al cinema; abbiamo debuttato al Napoli Teatro Festival e abbiamo fatto una mini tournée, con il proposito di riprendere lo spettacolo nella stagione prossima. Oltre ad Antonella Stefanucci, regista e interprete, Adele Pandolfi, Gino Curcione, Carmine Borrino, Eva Sabelli.
Stanno prendendo sempre più piede I cortometraggi ma quanti sono davvero di qualità secondo lei?
«Il cortometraggio è un’opera filmica compiuta, con una narrazione differente dal lungometraggio; è un valido banco di prova per giovani registi, perché di solito necessità di un budget esiguo, e dunque, spesso viene finanziato più facilmente; per gli attori professionisti poi, è un’occasione di incontro con i registi emergenti, con le nuove generazioni, un investimento per progetti più articolati che seguiranno nel loro percorso artistico, una scommessa insomma. Certo, la qualità dipende dai mezzi tecnici a disposizione, ma se la sceneggiatura è buona e le persone sono persone di talento, i risultati possono essere notevoli. Io la trovo una bella occasione per comprendere lo stato del cinema».
A che cosa sta lavorando?
«Per il pubblico televisivo c’è il rientro di un personaggio a cui sono molto legata, che mi ha dato grande notorietà, ancora però non posso anticiparvi nulla!».
Che ripercussioni avrà secondo lei sul comparto artistico il coronavirus?
«Ero in tournée con Enzo Decaro, ma l’emergenza virus ci ha bloccati; quasi due mesi di recite sono sospese, è una situazione allarmante, speriamo di venirne a capo in qualche modo, molti di noi non sono minimamente tutelati, e parlo di tutti noi lavoratori del compartimento artistico ma anche di chi si occupa di turismo. La situazione è difficilissima ma credo nella bellezza della vita, di cui ognuno di noi, diventerà maggiormente consapevole, dopo questa battaglia, lo spero».