Nunzia Schiano è nel panorama italiano una delle attrici più interessanti per le sue capacità sia come attrice comica, che drammatica, bastino le sue interpretazioni in “Dogman” o in “Filumena Marturano” a confermare le mie parole. La vita è fatta di incontri e nel campo artistico ancora di più, quali sono stati quelli importanti nella sua vita?
«Sono molte le persone a cui debbo qualcosa perché secondo me la gratitudine è un sentimento che va coltivato, non bisogna mai dimenticarsi delle persone che ci hanno aiutato nel nostro percorso. Io ne ho incontrate tante a cominciare dal professore Lello Ferrara che è stato il primo, quando ero ragazza, che ha creduto nelle mie possibilità e mi ha spronato, mi ha spinto ad occuparmi di teatro scommettendo proprio su di me che ero allergica alle regole e a qualsiasi cosa significava un inquadramento. Poi Lello Serao Laura Angiulli Andrea De Rosa Luca De Fusco Davide Iodice che è stato un incontro veramente speciale perchè mi ha portato in un’altra dimensione, in un altro mondo, Renato Carpentieri. A cinema sicuramente l’incontro con Vanzina, con Matteo Garrone, con Luca Miniero e soprattutto con Alessandro D’Alatri a cui mi lega anche un sentimento grosso d’amicizia, per non parlare di Alessandro Siani, ma con questi artisti ho rapporti che vanno al di là del puro rapporto artistico sono anche rapporti sentimentali».
Quando si lavora ad uno spettacolo si crea un gruppo, quasi una famiglia, a quale è più affezionata?
«Ho qualche perplessità perché la famiglia per me ha un valore alto, ci sono persone con le quali mi sono trovata molto bene, per esempio tutti i colleghi giovani e non che hanno composto la compagnia di “Filomena Marturano” con cui ho girato per 3 anni e con i quali continuano a mantenere dei rapporti perché una tournée lunga serve anche a fortificare quelle che sono dei rapporti che possono avere un futuro. Grazie al cinema ho fatto un incontro bellissimo, quello con Maria Bolignano incontrata sul set “Benvenuti al Nord”, dal quale è nata un’amicizia importante perché Maria è una delle persone con cui mi trovo meglio in questo ambiente. Forse perché si hanno diverse per tante cose uguali per tante cose quindi mi trovo veramente Anche gli incontri con i critici teatrali sono stati fondamentali penso all’incontro con Franco De Ciuceis che è stato il primo a dedicarmi una sua critica, che io non dimenticherò mai, e perché era una persona veramente speciale».
Che rapporto ha con i giovani artisti?
«Per quanto riguarda le giovani generazioni mi affascina molto la possibilità di lavorare con attori più giovani e con registi più giovani perché appunto c’è questa differenza generazionale io la vivo come una possibilità di arricchimento. Certo loro si trovano a dover vivere un mondo che è più complicato rispetto a quello che abbiamo vissuto noi quando avevamo vent’anni, noi eravamo più pieni di speranze, forse vedevamo un futuro che purtroppo loro spesso non vedono e quindi questo mi dispiace molto perché vorrei riuscire a fare anche qualcosa in più ma ti rendi conto che la loro situazione non è certamente facile. Del resto è un figlio di 30 anni e so che cosa significa per loro non riuscire a trovare una possibilità di espressione, non riuscire a trovare un loro posto quindi è una situazione complessa quella dei giovani, però vedo anche grandi capacità, grande voglia di fare».
Vita di coppia e carriera come si conciliano le due cose?
«Si conciliano sicuramente quando c’è un grande rispetto tra le persone; nel mio caso specifico io ho la fortuna di avere un compagno che ha sempre avuto grande rispetto per quelle che erano le mie possibilità e le mie capacità e quindi non mi ha mai bloccato, ha sempre fatto in maniera che io potessi fare le scelte artistiche più giuste. Per me è sempre stato presente senza essere né invadente né invasivo e quindi questo sicuramente aiuta tanto perché non ti fa mai sentire sola, quindi avere una famiglia, un nucleo forte ti fa stare meglio sicuramente anche nei momenti più difficili. Io con Nico ma anche con mio figlio siamo una famiglia forte da questo punto di vista anche se non siamo accondiscendenti l’uno con l’altro, insomma ce le diciamo le cose anche quando non sono cose belle».