Non solo ha stabilito record per il mercato degli esordienti, ma Imany, la modella francese di origini africane che canta you Will Never Know (per 20 settimane nella top 5 italiana questa estate) è anche un case history di attenzione per la promozione discografica.
Il prodotto Imany è indiscutibilmente interessante, l’artista lo conferma anche il nuovo singolo in rotazione radio Please And Change tratto da The Shape of My Heart, l’album di esordio ma è frutto di un tam tam che dai blog web ha contagiato altri mezzi. Radio, stampa, video, tutto l’interesse nasce da un accordo tra la sua etichetta indipendente Time Rec di Brescia e la Sounday, una società online che intercetta gli internauti e i loro gusti.
Così mentre il disco vince il 34esimo Premio della Critica di Musica e Dischi come “Miglior debutto straniero dell’anno” e veleggia allo stesso tempo nelle zone alte della classifica italiana, la cantante ha intrapreso il primo vero tour della Penisola, inusualmente “capillare”.
Le abbiamo rivolto delle domande per conoscerla meglio oltre la sua voce che ricorda a molti la piccola rivoluzione di Tracy Chapman di fine anni 80.
Imany significa “speranza” in Swahili… puoi spiegarci il perché di questa scelta?
«L’ho scelto dal film “Coming to America” con Eddie Murphy, era il nome della principessa. Mi piaceva e solo dopo ho saputo che significava fede. È stata una scelta appropriata perché io davvero ho fede.»
Sei stata atleta, modella, hai vissuto negli Usa per 6 anni prima di tornare in Francia dove hai iniziato a cantare. Come ti sei decisa a fare di questo lavoro la tua prima professione?
«A New York ho deciso di vivere il mio sogno e diventare cantante è stato un sogno divenuto realtà per me. Ho deciso di prendere lezioni di canto, mi sono unita aa una band jamaicana e ho inciso il primo demo cd. Poi ho chiesto a mia sorella di diventare la mia manager, e ce ne siamo tornati a Parigi e abbiamo iniziato suonando ovunque, nei piccoli club ma è così che ho costruito gli inizi della mia carriera.»
Proponi dal vivi molte cover, quali sono le tue influenze musicali maggiori?
«Nina Simone, Tracy Chapman, Billy holyday ma anche Nirvana.., sono eclettica.»
Hai lavorato con lo stesso chitarrista che suona nei dischi di Carla Bruni. Ti piace la sua musica? E soprattutto vi siete mai incontrate?
«No, non ancora. Ho sentito che le piace quello che faccio, sono compiaciuta. Rispetto molto la sua carriera e lei come artista.»
Hai girato il mondo in pochi mesi, come sono I tuoi fans?
«Ovunque sono da 7 a 70 anni, sono sempre molto sorpresa di vedere bambini ai concerti che conoscono tutti I miei testi.»
TI aspettavi il successo di 60mila copie in Italia per il singolo? Dove vuoi arrivare?
«Quando fai un disco speri sempre che funzioni e tocchi la maggioranza del pubblico. Sono contenta davvero che sia successo con quella canzone. Usualmente non mi aspetto niente, così posso essere sorpresa.»
Arriverai in città che non hai mai visto, cosa pensi di Napoli?
«La conosco perché è conosciuta per il calcio e la pizza non vedo l’ora di mangiarmene una vera! Mi piace molto il buon cibo».