Un'intervista a tutto campo con Vittorio Cuculo
Vittorio Cuculo è un giovane sassofonista romano ed è considerato uno dei più grandi talenti della nuova generazione del jazz italiano.
Il suo percorso musicale è ricco di borse di studio (compresa quella della Berklee College of Music di Boston) e di collaborazioni con musicisti prestigiosi del jazz italiano ed internazionale quali: Bob Franceschini, Mark Sherman, Jesse Davis, Javier Girotto, Stefano Di Martino, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Enrico Intra, Marcello Rosa, Paolo Damiani, Massimo Nunzi, Maurizio Giammarco, Mario e Claudio Corvini, Maurizio Urbani, Emanuele e Adriano Urso, Roberto Spadoni, Danilo Blaiotta, Greta Panettieri.
Oltre ad esibirsi in tutta Italia il suo enorme talento è stato apprezzato anche in Polonia, Belgio, Francia, Russia, Germania e Romania.
Ha all’attivo due album : Between e Ensemble, uscito il 18 maggio scorso con la partecipazione de I Sassofoni della Filarmonica Sabina Foronovana .
Il CD, prodotto dall’etichetta Wow Records di Felice Tazzini e Francesco Pierotti, vede alla sezione ritmica oltre Vittorio Cuculo (sassofonista): Danilo Blaiotta (pianista), Enrico Mianulli (contrabbassista), la leggenda vivente Gegè Munari (batterista), Lucia Filaci (voce solista), Dimitri Fabrizi (percussionista) e, ovviamente, I Sassofoni della Filarmonica Sabina Foronovana.
La tracklist è formata dai brani: Donna Lee, Misty, Brava ,My Funny Valentine, Caravan, Bye-Ya, Io non ridevo, Fuga di notizie
Per i critici Vittorio Cuculo è in possesso di una grande padronanza strumentale nonché di una notevole agilità di fraseggio.
Noi di Mydreams abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo.
Come nasce la sua passione per la musica e, in particolare, il jazz?
«In casa, fin da quando eravamo piccoli (ho anche un fratello violinista), è sempre circolata la musica: classica, leggera, jazz… Mia madre è pianista ed insegna; anche mio padre insegna oltre ad essere un grande appassionato. Come sono arrivato al jazz? Passando per lo studio delle percussioni classiche e della batteria. Ho suonato nella Junior Orchestra, un’orchestra giovanile dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Ho anche studiato la marimba ed ero arrivato a d usare 2 battenti per ciascuna mano». (N.d.r. La marimba è uno strumento musicale a percussione di tipo idiofono che ha origini africane ma è diffuso anche in: Guatemala, Nicaragua, Costa Rica ed in alcune regioni del Messico)
Quali motivazioni l’hanno spinta allo studio del sassofono?
«Un giorno da mio padre ho sentito un disco di sax di C. Parker ed è stata la svolta…il sax mi ha chiamato per suonare il jazz. Poi mi è stato regalato il primo sax e da lì la passione per l’improvvisazione e il jazz è cresciuta».
Le cito tre frasi famose che hanno per oggetto il sassofono. Quale sceglierebbe e perché?
- “Un sassofonista cosa fa? Fa un bel respiro , poi soffia nello strumento fino a costruire una frase unica con il suo fiato. Così io separo le mie frasi come fossero respiri diversi della mente” JACK KEROUAC
- “Perché frequentare Platone, quando un sassofonista può farci intravedere altrettanto bene un altro mondo?” EMIL CIORAN
- “Non suonare il sassofono, lascia che ti suoni” CHARLIE PARKER
«Beh, con tutto il rispetto per le altre figure, quella dello scrittore Kerouac e del filosofo Cioran, scelgo di getto la terza frase, perché Parker è sempre stato un mio punto di riferimento. In quella frase mi ci ritrovo pienamente. Quando suono, sono talmente preso dalla musica e da quello che voglio dire da identificarmi con il mio strumento: non c’è lo strumento ed una persona che lo suona, ma siamo una cosa sola!».
Lei è giovanissimo, classe 1993, ed ha un curriculum prestigioso. Quali sono stati i momenti più difficili ma anche ricchi di soddisfazioni del suo percorso artistico?
«I momenti più duri sono quelli nei quali non si ha la possibilità di esprimere la propria musica e viceversa, i più belli quelli nei quali ci si può esprimere. Ma due momenti, in particolare, voglio ricordare: il recente concerto in streaming tenuto lo scorso 30 aprile per la Casa del jazz ,nella sala Petrassi del Parco della Musica di Roma, in occasione dell’International Jazz Day e poi l’emozionante concerto tenuto al Delta Jazz Festival , nel teatro pieno dell’Opera di Astrakan, in Russia , dove con un quartetto ho suonato il progetto Be Bop mood».
Ci può illustrare l’esperienza che ha avuto con i musicisti della Filarmonica Sabina Foronovana nel suo nuovo progetto discografico?
«La sorte ha voluto che incontrassi la formazione di sassofoni Filarmonica Sabina Foronovana, con la quale ho avuto modo di registrare dal vivo, senza il mio quartetto, una versione del brano My funny Valentine (versione ora inclusa nel nuovo lavoro discografico) e da questo primo incontro è nata la spinta per una collaborazione più approfondita. È stato bello rinnovare il piacere dell’incontro. Essendo il mio secondo CD, il lavoro vede un’orchestrazione per strumenti a fiato con arrangiamenti di alcuni tra i più quotati esperti nel settore e realizza la voglia di condividere il percorso discografico con altri musicisti che suonano il mio stesso strumento. In Ensamble accade che un piccolo organico, ben amalgamato dal primo tratto di strada fatto insieme, il Vittorio Cuculo 4et Feat. Gegè Munari, si confronti e si integri con un organismo strumentale più grande».
Quando e dove potremo ascoltarla dal vivo?
«Spero al più presto. Intanto con il mio Vittorio cuculo 4et Feat. Gegè Munari, il 3 giugno sarò all’Elegance Caffè di Roma, il 22 giugno aprirò l’edizione del Premio Internazionale per Solisti Jazz Massimo Urbani a Camerino e il 17 luglio parteciperò al Bucarest International Jazz Competition (Romania). Siete tutti invitati!».