Wamiz ha realizzato un grande sondaggio europeo per capire se il dolore per la perdita di un animale domestico possa essere paragonabile a quello per la perdita di un essere umano. In Italia, Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna e Polonia Wamiz ha intervistato più di 10000 proprietari di cani e/o gatti su questo argomento delicato e in ogni paese è emersa una realtà simile.
È più difficile perdere un cane o un gatto?
Wamiz ha chiesto agli italiani se possiedono un cane o un gatto e, a parte qualche raro caso di persone che hanno in casa entrambe le specie, le percentuali sono molto simili. Il 46 % degli intervistati possiede uno o più cani, mentre il 18,3 % uno o più gatti e il 20,5 % entrambi.
Per l’83% dei proprietari italiani è difficile perdere sia un cane che un gatto
Per coloro che hanno espresso una preferenza, tuttavia, la maggioranza ha risposto che è più difficile perdere un cane, probabilmente per la natura diversa del rapporto.
I proprietari italiani concordano su un punto: perdere un animale è difficile come perdere un essere umano
Il 92,8 % concorda sul fatto che è difficile perdere un animale come quando viene a mancare un parente o una persona cara. A coloro a cui è stato chiesto se ancora è difficile per loro parlare della morte del loro cane o gatto a distanza di anni la maggioranza ha risposto di sì, confermando che perdere un animale provoca lo stesso dolore del perdere una persona.
La maggior parte dei proprietari italiani ha confessato di trovare difficile parlare della morte del proprio animale.
Molti proprietari italiani sono stati con il proprio animale fino alla fine
L’85,4 % di coloro che hanno dovuto far sopprimere il proprio animale lo hanno accompagnato fino alla fine, facendogli sentire la sua presenza nel momento più drammatico e difficile. Coloro che si sono trovati nella condizione di dover far sopprimere l’animale hanno detto di averlo fatto per porre fine alla sua sofferenza, mentre il 34,9 % circa non si è mai trovato nella posizione di dover prendere questa decisione.
Come condividere il proprio dolore in un’epoca digitale
Wamiz ha chiesto ai proprietari italiani se hanno scritto qualcosa su internet o condiviso un post sui loro social network quando hanno perso il proprio cane o il proprio gatto. Quando si tratta della perdita di una persona ci sono diverse correnti di pensiero: qualcuno ritiene di dover condividere la perdita con il mondo per sentirsi meno solo ad affrontare il dolore, mentre altri sono più riservati e vivono questo stesso sentimento in modo più intimo. Il 67,1 % degli intervistati da Wamiz ha risposto di non aver postato nulla sul proprio animale morto su forum, blog o social network, ma un 32,9 % sì.
In Germania 1 persona su 3 fa lo stesso. Infine, solo il 16% dei polacchi ha l’abitudine di scrivere un piccolo omaggio dopo la morte dell’ animale. In Spagna e in Inghilterra la percentuale di coloro che condividono il loro dolore su internet supera il 50%.
Per quanto riguarda i ricordi da conservare…
Come ricordo da conservare dopo la morte di un cane o un gatto l’80,2% dei proprietari hanno risposto di avere ancora qualcosa tra foto, giochi o accessori che il loro amico a quattro zampe amava quando era in vita. Ma c’è stato anche chi ha conservato un’unghia del cane o il dente da latte.
L’amore per i propri animali deceduti ha dei limiti?
Wamiz ha cercato di capire come reagisce un proprietario di un animale nel periodo seguente alla sua scomparsa. In ufficio o a casa cambiano le sue abitudini? Come si può rimediare all’assenza? Magari rimpiazzando il cane o il gatto con un altro esemplare della loro razza?
Per elaborare il dolore della perdita di un animale c’è bisogno di una pausa dal lavoro?
A questa domanda una buona percentuale ha risposto che è assolutamente necessario o piuttosto necessario, mentre sono appena il 20% coloro che non pensano sia una richiesta adeguata, come invece è quasi d’obbligo per la perdita di un familiare o una persona cara.
Idee ai limiti della fantascienza per affrontare la mancanza dell’animale
“No, lo trovo contro natura” è la risposta del 63,6 % degli intervistati da Wamiz Italia alla proposta di far clonare il proprio animale dopo la sua morte. Piuttosto pensano a seppellirlo con dignità per il 60,2 %, mentre il 20,8 % sceglie la cremazione individuale e il 19% la cremazione collettiva. In Polonia, Spagna e Inghilterra sembrano più convinti di procedere con questa pratica, anche se la percentuale non supera il 35%.
Impagliare un animale per averlo sempre con te?
Wamiz ha chiesto ai proprietari di cani e gatti italiani la loro idea sulla pratica di impagliare un animale che è spesso al centro di polemiche. Il 30% ha risposto di non essere particolarmente scioccata dal pensiero, anche se non lo farebbe mai, mentre il restante 68% ha confessato di essere davvero scioccato da questa pratica invasiva e un poco inquietante. Però un piccolo 2% di italiani potrebbe farlo.
L’idea di organizzare un vero e proprio funerale per il proprio animale invece divide i proprietari in due correnti di pensiero. Il 38% dei proprietari italiani si dichiara a favore di un funerale ufficiale. La percentuale più inferiore rispetto al 53 % della Polonia, il 45% di Germania e Francia, il 50% della Spagna e il 41% dell’Inghilterra.