“Quando Lei è dovuta Partire” è il libro di Mario Artiaco che sarà presentato mercoledì 22 maggio alle ore 18 nel salone degli specchi dell’Istituto Pontano di Napoli
Per cercare di lenire, ovviamente solo in piccola parte, il dolore della perdita di tua madre hai scritto il libro “Quando Lei è dovuta Partire”. Come lo hai pensato?
Non l’ho pensato, è sgorgato straripando. È stato un flusso di coscienza e di memorie. Una catarsi inarrestabile mentre cercavo di elaborare il lutto.
Scriverlo mi ha salvato e mi ha aiutato a fare la cosa giusta infatti, durante la stesura, continuavo a ripetere a me stesso quanto Amare fosse lasciare andare.
Cosa rappresenta per te la data 03/02/21?
La data rappresenta un cerchio che si chiude. Un lungo disegno di cui stentavo a comprendere i margini, i bordi e i suoi contenuti.
Per centinaia di volte, sin da bambino, ho fatto un sogno nel quale una voce mi ribadiva che la mia rosa rossa sarebbe stata recisa il primo mercoledì di un mese di febbraio.
A fine novembre del 2020, quando l’incedere della malattia che aveva colpito mia madre era incalzante, ho realizzato il senso di quella premonizione:
il 3 febbraio 2021 sarebbe stato il primo mercoledì del mese di febbraio dell’anno ormai alle porte. Mia madre, quel giorno, è nata al cielo.
Che significato hanno i numeri?
Moltiplicando tre e sette, si ottiene ventuno. Tre è il numero perfetto, nonché l’inizio, la trinità. Il sette incarna la fine, sono sette infatti le teste del drago rosso dell’apocalisse.
Ventuno sono i grammi dell’anima. Il terzo giorno (3) della settimana (7) è il mercoledì e… “la tua rosa rossa verrà recisa il primo mercoledì di un mese di febbraio”.
Febbraio è il secondo mese dell’anno e per due volte ho scritto ventuno capitoli. I primi ventuno sono la cronistoria della medesima data: 03/02/21.
I secondi il racconto di alcuni giorni precedenti e altri successivi a quel mercoledì che ha cambiato per sempre la mia vita.
Scrivere è un qualcosa che ti accompagna sempre, cosa ci trovi nella scrittura?
Dopo qualche mese dalla scomparsa di mia madre, sono andato dolorosamente a mettere le mani tra le sue cose.
Aveva conservato una cartellina con sopra scritto: “Mario, dicembre ‘78”, avevo allora tre anni e nove mesi.
All’interno vi erano fogli conservati con scritte, non le mie prime paroline, bensì frasi intere.
Avevo scelto nel mio cuore, sin da bambino, che nella vita avrei voluto scrivere e, svolgere questa professione, è uno dei motivi perché sono un uomo felice.
Il titolo del libro “quando lei è dovuta partire” è poetico come è nato?
Il titolo lo trovo duro e struggente. Questo l’effetto che mi fa.
Il verbo “dovere” impone una condizione irreversibile che, nella fattispecie, mi costringe a inventarmi una vita monca.
Ho cercato infatti a lungo, da quando mia madre è via, dove avesse nascosto il manuale di istruzioni della vita senza di Lei.