Pura Vida è il titolo del lavoro discografico dei Four Tramps. La band emiliana lancia un progetto che sull’onda rock-blues si interroga sulle perplessità del mondo attuale. Un’attenta analisi che attraverso il rock made in Italy, ci fa riflettere sull’incontro tra gioie e dolori che chiunque incontra nel corso della vita. Pura Vida è il secondo album, dopo l’uscita nel 2014, di Tramps &Thieves. Otto tracce esplosive in cui i Four Trumps raccontano il loro sound energico, insieme ai contenuti delle tracce, profonde ed affascinanti. Conosciamone il leitmotiv in quello che è stato un piacevole interscambio con la rock band. Il gruppo è composto da Simone “Montru” Montruccoli (Voce, chitarra e armonica), Davide “Guzzo” Guzzon (Chitarra, slide e cori), Elia “Ezzi” Braglia (Basso e cori) e Osiris Joe (Batteria).
Pura Vida è un titolo che inneggia alla bellezza, al godimento delle gioie quotidiane. C’è una particolare esperienza che ha decretato questo titolo?
«Pura Vida è l’attuale nome di un locale della Pianura Reggiana a cui siamo molto affezionati. Locale che inizialmente si chiamava Teatro Dei Tamburi (la nostra canzone Theater Of The Drums – Pura Vida, è un chiaro omaggio a tale locale) e che da più di vent’anni propone musica live a volte con nomi del panorama blues nazionale o internazionale, nonostante le ridotte dimensioni del posto. Pura Vida però, può essere anche interpretato in modo sarcastico, facendo riferimento alla nostra quotidianità e società, piena di incoerenza e indifferenza».
Un sound che unisce strumenti vintage a sonorità moderne. Una rappresentazione del vostro “humus”?
«Proprio così. I nostri gruppi di riferimento sono senz’altro quelli degli anni 60 / 70. I gruppi dai quali abbiamo imparato di più. Ma siamo nel 2017 e riprodurre le stesse sonorità di allora non avrebbe alcun senso, oltre ad essere praticamente impossibile. Ecco allora il nostro sound, un mix di idee che incontra passato e presente».
Indifferente è il primo singolo estratto da Pura Vida. Un grido di dolore, in contrasto con il messaggio dell’album.
«”Indifferente” è il canto di tutte le persone che provano un senso di alienazione e di disagio nella società moderna. Il disagio di persone che faticano ad inserirsi, laddove ognuno pensa a se stesso e all’apparenza delle cose e del modo di vivere. La riflessione di un mondo senza più principi, che pare un’enorme giungla abitata solo da animali e non più da esseri umani pensanti. A dire il vero nell’album non c’è molta allegria se non con la già citata Theater Of The Drums. Spesso usiamo un linguaggio metaforico e tendenzialmente ironico per esprimere comunque un pensiero forte e critico. E anche “Indifferente” si inserisce bene in questo intento».
Nome d’arte Four Tramps. Il italiano lo traduciamo con Quattro Barboni. C’è un collegamento con il vostro “idea musicale”?
«Barboni ma anche Vagabondi. Nelle nostre prime produzioni il tema del viaggio come esperienza di vita ricorreva spesso. È palese comunque il sentirsi un po’ vagabondi con questo genere musicale (rock) che dalle nostre parti diventa sempre più di nicchia rispetto ad altri quali ad esempio il rap».
Nella vostra carriera vantate esibizioni con nomi importanti della musica, tra i quali Bob Margolin. Qual è stato il riconoscimento?
«Se avessimo suonato davvero con uno dei grandi collaboratori di Muddy Waters forse a quest’ora nessuno di noi lavorerebbe ancora in ufficio. Probabilmente c’è stata un’errata interpretazione. L’unica cosa in comune è che anche il grande Bob ha fatto la sua comparsa al citato locale Pura Vida che ha ispirato la nostra canzone. Le nostre collaborazioni, nel senso di grandi aperture ad altri concerti, son stati con i gruppi italiani Bud Spencer Blues Explosion e con i Modena City Ramblers. In particolare con questi ultimi fu una grandissima serata piena di soddisfazioni e con grande complicità del pubblico che pare averci gradito molto. Il locale era l’Hiroshima Mon Amour di Torino, 7 aprile 2017».
C’è un pezzo di Pura Vida in cui vi riconoscete più che in altri?
«”Four Minutes” è la canzone che mette d’accordo tutti quando dobbiamo scegliere un brano da suonare in poco tempo. Poi ognuno di noi ha il suo brano preferito. Alcune son storie del tutto personali, quindi probabilmente rappresentano più chi le ha scritte nere su bianco piuttosto che gli altri membri».