Ottenuta negli Stati Uniti e descritta sulla rivista Science, è pronta la prima “pelle mimetica per robot” che apre la strada a “scenari finora impossibili da immaginare”. Questo è quanto osservato nello stesso numero di Science da Cecilia Laschi, la ricercatrice italiana dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa ed apripista, a livello internazionale, alle ricerche sui robot soffici (ossia quelli realizzati con materiali diversi da quelli metallici e capaci di adattarsi all’ambiente a seconda del compito da svolgere).
Capace di cambiare forma e colore a seconda dell’ambiente, la pelle mimetica per robot è un ‘assaggio’ di un futuro, capace com’è di trasformarsi da un foglio a due dimensioni in una struttura in 3D, cambiando colore a seconda dell’ambiente.
La pelle mimetica è stata realizzata dal gruppo di Rob Shepherd, della Cornell University, utilizzando fibre dalla struttura a rete racchiuse nel silicone in modo da guidare i loro movimenti. L’obiettivo è ottenere un effetto simile a quello dei muscoli quando si contraggono e si espandono.
Robot come questi possono dunque deformarsi per adattarsi meglio all’ambiente (mimetizzandosi sia cambiando colore che modellandosi formando protuberanze sulla superficie esterna), possono schiacciarsi per passare in spazi ridotti oppure allungarsi per raggiungere un oggetto da afferrare, ma possono anche evolversi e crescere.
Secondo Cecilia Laschi le prossime sfide da affrontare saranno riuscire a comprendere ed imitare i meccanismi alla base della percezione dell’ambiente esterno, ossia studiare quei processi cognitivi che permetteranno ai robot soffici di cambiare forma a seconda del compito da svolgere.