La terza serata del Festival di Sanremo 2018 apre all’insegna delle novità: canta Claudio Baglioni. Subito dopo la sua ennesima performance ecco in gara gli ultimi quattro giovani rimasti. Si inizia con “Il mago” di Mudimbi, canzone sufficientemente dignitosa. A seguire ecco uno dei brani più belli, ovvero “Cosa ti salverà” di Eva, la famosa tatuatrice di X Factor 2016. Terzo in gara Ultimo (e non è un gioco di parole) con “Il ballo delle incertezze” di cui incerta resta la fine, proprio come succede agli amori adolescenziali descritti amabilmente in questa canzoncina senza pretese. Chiude la voce soul di Leonardo Monteiro con la scontatissima “Bianca”.
La giuria demoscopica decreta che in testa alla classifica ci finisca Mudimbi, secondo Ultimo, terza Eva e quarto Monteiro. Dimostrazione tangibile di come in Italia abbiamo un problema di fondo con i voti.
Apre la gara dei big Caccamo che canta un Eterno classicone trito e ritrito. Salvano in calcio d’angolo la situazione Lo Stato Sociale e la mitica “vecchia che balla” Paddy Jones; l’Ariston si infiamma.
Sorprende questa sera Luca Barbarossa con la sua classica canzone romanesca capace però di colpire alcuni nervi scoperti presenti in ognuno di noi. Da oggi “Passame er sale” avrà tutto un altro significato.
Anche Enzo Avitabile e Peppe Servillo fanno riscoprire al pubblico un brano che lunedì non era stato pienamente apprezzato e che invece questa sera risplende di sapienza antica. “Il coraggio di ogni giorno” risulta così come una meravigliosa preghiera pagana, Avitabile e Servillo i due perfetti sacerdoti.
Performance perfetta per Max Gazzé, perfetto anche l’arrangiamento dell’orchestra. Perfetta la canzone, che potrebbe tranquillamente vincere questa edizione.
A ripristinare l’ordine naturale del trash sanremese ci pensano Riccardo Fogli e Roby Facchinetti che con una sola canzone sono riusciti a cancellare non solo le ultime due ore, ma ben 50 anni di carriera.
Tornano a sorpresa dopo la bufera del plagio Ermal Meta e Fabrizio Moro. La canzone merita, il testo è potente e stranamente poco retorico, ma è in parte riciclato e questo dovrebbe contare qualcosa in un festival di inediti, no? No.
Ci riprova Noemi che riesce a rendere più bella una canzone brutta, ma questo non è comunque abbastanza. Penultimi ad esibirsi i The Kolors, anche con loro si balla (anche se si vince facile data la noia di questo Sanremo), niente di originale la loro “Frida”, ma nemmeno niente di male.
Chiude Mario Biondi che interpreta un classico brano alla Mario Biondi.
Ammettiamolo: è stato difficilissimo tenere gli occhi aperti fino alla fine di questa terza puntata, ma fortunatamente la Rai è riuscita a giocarsi un Jolly: a sorpresa sul palco ecco Virginia Raffaele che ha risvegliato tutti, in primis Baglioni che per 15 minuti è stato il presentatore che tutti avremmo voluto per questa 68esima edizione. Ci han riprovato Giuliano dei Negramaro, Giorgia e James Taylor a tenere alta l’attenzione, ma dopo Virginia l’impresa è risultata difficile.
A vincere su tutti però è stato Gino Paoli che ha fatto commuovere il pubblico omaggiando “coloro che ha visto andar via”. Prima Fabrizio De André e poi Umberto Bindi, uomo che, come ha ricordato Paoli è stato “massacrato da un odio, che esiste ancora oggi, per i diversi, diversi che hanno qualcosa in più, non qualcosa in meno”.
Inutile specificare che in tutti gli omaggi e con tutti i cantanti, la presenza di Claudio (e delle sue canzoni) è stata onnipresente. Ce la faremo ad arrivare alla fine di questo Festival senza finire prima tutti i brani della discografia di Baglioni? Staremo a vedere!