Dal 16 al 28 febbraio 2016 al Teatro Vascello di Roma è in scena “Porcile”, di Pier Paolo Pasolini, con Mauro Malinverno, Valentina Banci, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Franco Ravera, Fulvio Cauteruccio, Fabio Mascagni, Pietro d’Elia.
In Porcile la trama si sviluppa nella Germania del dopo nazismo, nel momento in cui la borghesia con il suo modo globalizzante di intendere la democrazia ha preso il Potere e lo gestisce.
Julian, figlio «né ubbidiente né disubbidiente» di una coppia della borghesia tedesca, trova nel porcile paterno un amore ‘diverso’ e ‘non naturale’ che, tuttavia, lui riconosce come scintilla di «vita pura». La passione misteriosa che segna il personaggio fin dal suo ingresso diviene simbolo del disagio di chi non si riconosce nella società coeva, e si rifugia in qualcosa di istintuale ma segreto.
Porcile non fa prigionieri. Condanna tutti, dal primo all’ultimo. Non c’è redenzione, non c’è possibilità di salvezza in questo mondo soggiogato in modo, oramai, antropologico. Non c’è speranza in questo porcile dove tutti mangiano tutto, dove il solo deve essere il tutto.
Valerio Binasco. Porcile è un dramma in undici episodi che Pasolini ha scritto nel 1966 e che poi, nel 1969, ha trasposto nel film omonimo per raccontare l’impossibilità di vivere secondo le proprie coordinate, i propri istinti, preservando l’intima natura di se stessi dal mondo cannibale. Il regista Valerio Binasco ha detto: «Questo è uno spettacolo che è stato preparato con una compagnia di attori molto particolare, una compagnia di attori stabili, questo è un fatto raro per il teatro italiano ma che ha dei vantaggi. Il Festival di Spoleto ci ha offerto la possibilità di lavorare su “Porcile”, ed è stato un incontro molto forte, sia mio con questi attori che conoscevo poco, ma anche con Pasolini che è un autore tostissimo e poco accogliente. I non stretti osservanti della filosofia pasoliniana, i non stretti osservanti del teatro come operazione culturale, ma anche coloro che vogliono passare una serata in compagnia di belle emozioni insieme a degli attori molto bravi, io sento senza tradire le loro aspettative, di poterli invitare. Abbiate la fiducia e la volontà di entrare dentro questa storia, perché intorno a Porcile c’è una grande leggenda, intorno a Pasolini, ce n’è fin troppa. Questa è una storia, è una bella storia.»
Cimentarsi con Pasolini non è mai facile, sia per la complessità della storia sia per il significato intrinseco che da esso ne scaturisce. Un linguaggio intellettuale, di una borghese che non ha mai accettato il suo status, che ha sempre cercato dal basso le risposte ai suoi quesiti da filosofo, autore, regista e tanto altro. Valerio Binasco ha invece tentato di riportare in scena la semplicità degli eventi narrati, senza troppa durezza, senza esagerazioni. La compagnia di attori è davvero unita e ognuno di essi riesce a rendere perfettamente la complessità dei loro personaggi.
Uno spettacolo da vedere assolutamente!