Per Pooh 50 la band più longeva della storia della musica italiana si è donato un lungo anno di celebrazioni per salutare il proprio pubblico. È stato un 2016 in cui l’Italia è tornata a parlare volentieri dei Pooh, negli ultimi decenni quasi trattati come un culto inesplicabile da parte di molti media. E invece i quattro membri storici (Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio) a cui si è aggiunto Riccardo Fogli (che militò in formazione dal 1966 al 1973) hanno dimostrato di essere amatissimi “proprio nel momento in cui stavate per perderci”, scherzano ora. Ora che Pooh 50, il live dell’Arena di Verona appena uscito, è a 100mila copie, ora che il libro celebrativo sta per invadere le librerie d’Italia, ora che sbarcano anche al cinema. Il 30 dicembre infatti sarà proiettato in oltre 200 sale in diretta (anche su Rtl 102.5) il loro ultimo (stavolta è vero) concerto da Bologna. La città italiana da cui tutto partì.
Vediamo uno a uno cosa hanno detto nella loro ultima, a tratti commovente, conferenza stampa.
Roby Facchinetti
Si sente il dolore di questa fine, che tuttavia abbiamo voluto noi. Capiamo l’importanza della nostra storia, non abbiamo mai tradito noi stessi e non ci siamo mai abbandonati in nome della nostra storia. Ma non si può tornare indietro, abbiamo preso questa decisione da adulti e la manterremo. Il 30 dicembre 2016 finiscono i Pooh.
Dodi Battaglia
Il grande entusiasmo dopo i concerti negli stadi in estate ci ha travolti e la decisione vera è stata quella di voler incontrare il nostro pubblico ancora per altre date. Non era possibile chiudere con Milano, Roma e Messina. Anche se anni fa non avremo mai pensato di poter riempire spazi del genere, è stato per effetto della reunion. Non ci siamo tirati indietro nemmeno in questa occasione ed è stato un bene, perché la nostalgia è stata diluita, ogni sera sembrava l’ultimo concerto, per intensità e per emozione.
Red Canzian
Abbiamo affidato le nostre riflessioni a un libro, che uscirà il primo dicembre. E credo che per ancora molto tempo ci guarderemo indietro per capire quello che davvero ci è successo, l’incredibile strada che abbiamo fatto e la decisione di fermarci. Il coraggio di fermarsi è venuto per non vederci sfumare lentamente. Se ci ripenso, siamo stati 11 anni cumulati in hit parade, una cosa incredibile. Abbiamo fatto approdare la nostra nave nel porto ancora con le luci accese e senza traino. Questa è la soddisfazione più grande.
Stefano D’Orazio
Avevo lasciato la band nel 2009 e quando mi hanno proposto di tornare all’inizio ho pensato di non poter tradire la mia decisione. Pensavo: invitatemi sul palco, saluterò il pubblico, ma non fatemi suonare dopo 5 anni che non lo faccio. E poi mi hanno detto: e come lo spiegherai al taxista che non partecipi alla reunion dei 50 anni dei Pooh? Questa considerazione mi ha fatto cambiare idea. Che mi resta da dire? Che tutte le cose hanno una fine e che addirittura i Pooh devono finire. Vedrò il futuro senza un programma, finalmente.
Riccardo Fogli
Quello che mi fa arrabbiare è che non sempre viene sottolineato quanto bravi siano i Pooh, dico tecnicamente, musicalmente. Splendidi musicisti, voci fantastiche. Ho passato l’ultimo anno a imparare testi e note in camere d’albergo perché per andare sul palco con questi ce ne vuole di preparazione!
L’ULTIMO LUNGO ABBRACCIO DELLA BAND ATTRAVERSERÀ TUTTA L’ITALIA A DICEMBRE, questi gli appuntamenti:
il 10 dicembre al Pal’Art Hotel di Acireale (Catania), il 14 dicembre al Pala Maggiò di Caserta, il 17 dicembre al Pala Alpitour di Torino, il 20 dicembre al Palalottomatica di Roma, il 22 dicembre al Mediolanum Forum di Assago (Milano), il 27 dicembre al Pala Verde di Treviso, il 30 dicembre all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna).