Torna al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei, il regista Andrea De Rosa che per l’edizione 2019 della rassegna Pompeii Theatrum Mundi porta in scena “Satyricon” (in programma fino al 6 luglio) di Francesco Piccolo, liberamente ispirato all’opera di Petronio. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia. Tra realismo e parodia si dipana la trama del Satyricon di Petronio che mette in luce, la profonda corruzione della società romana dell’epoca, caratterizzata dalla corruzione politica e morale. La riscrittura di Francesco Piccolo con la regia di Andrea De Rosa, pone l’accento sulla decadenza e l’impoverimento del linguaggio contemporaneo che è caratterizzato da frasi stereotipate e di effetto immediato, ma vuote di significato profondo. Questo spettacolo vuole essere un ritratto impietoso della nostra società schizofrenica, bordeline, sempre più anestetizzata nei confronti del dolore, annoiata, fragile, alla continua ricerca di qualcosa che ci aiuti a uscire dal vuoto che ci circonda. La locuzione latina “hic et nunc” (qui e ora) spiega al meglio il pensiero di Trimalcione che rappresenta il materialismo e la megalomania imperanti oggi. Trimalcione (Antonino Iuorio) sentenzia, dall’alto del suo trono, sul senso della vita, sulla morte, sulla necessità assoluta di fare soldi senza dare peso ai valori morali. La moglie Fortunata (Noemi Apuzzo) invece è una idealista, si professa vegana, amante degli animali, ecologista convinta, combatte lo spreco e l’egemonia delle multinazionali, soffre per la fame nel mondo. Due mondi lontani anni luce che faticano a comprendersi e a interagire. La festa megagalattica di Trimalcione è caratterizzata da un faraonico menù (con improbabili e fantasiose ricette) condito da frasi fatte, un vuoto cicaleccio, falsi abbracci, ridicole esternazioni, stupidi pettegolezzi. Ben delineati i profili degli invitati alla festa tra cui spiccano l’intellettuale (Michelangelo Dalisi), Francesca Cutolo (la donna delle canzoni), Alessandra Borgia (la signora disperata), Flavio Francucci (Encolpio), Serena Mazzei (la ragazza anoressica), Lorenzo Parrotto (Ascilto), Anna Redi (l’attrice impegnata), Andrea Volpetti (Gitone). Sfarzosa, minimalista, ammantata di una certa pompa, la scena curata da Simone Mannino, al centro della quale troneggia, svettando, un wc argentato simbolo di decadenza e cattivo gusto. Il Sound di G.U.P.A lcaro (ritmato e ripetitivo) le coreografie di Anna Redi, il disegno luci di Pasquale Mari, sottolineano efficacemente le ossessioni paranoiche degli invitati alla festa di Trimalcione. Nel finale, con la morte di Trimalcione (vera o finta?), una coltre di schiuma bianca (purificatrice?) ricopre il palcoscenico, trasformando gli invitati in burattini-zombi senza anima che sperano, malgrado tutto, in un possibile cambiamento. Applausi convinti nel finale da parte del numeroso pubblico.
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