Nell’ambito della rassegna teatrale “Pompei Theatrum Mundi”, nell’affascinante cornice del teatro grande del parco archeologico di Pompei, è andato in scena lo spettacolo “Nozze di sangue” di Federico Garcia Lorca, con l’adattamento e regia di Liuìs Pasqual.
A dare vita alla rappresentazione sono saliti sul palco la straordinaria Lina Sastri, nella doppia veste di madre e sposa, Roberta Amato nel ruolo di moglie di Leonardo, Giovanni Arezzo, lo sposo, Ludovico Caldarera, che ha indossato i panni del padre della sposa, Alessandra Costanzo nei ruoli di vicina, suocera, domestica, vecchia, Elvio La Pira, luna, uomo, Gaia Lo Vecchio, donna, Giacinto Palmarini, Leonardo, Floriana Patti, morte, donna, Alessandro Pizzuto, uomo, e Sonny Rizzo, uomo.
È la storia drammatica di una madre che si è vista uccidere il figlio e il marito durante una faida. Il momento è incentrato sul prossimo matrimonio del figlio superstite con una giovane contadina. Il punto alto del dramma, si insinua nella perplessità della madre perché è venuta a sapere che la giovane donna ha avuto un corteggiatore.
La buona reputazione della giovane fanciulla rassicurata da una vicina, fa sì che il loro matrimonio si concretizzi. Durante il matrimonio ci si accorge che la Sposa è scomparsa e la Moglie di Leonardo, già insospettita e gelosa, dice di averla vista fuggire sul cavallo abbracciata con lui. Lo Sposo, montato su un cavallo, va ad inseguirli e dietro di lui anche i suoi parenti.
Il viaggio conduce il giovane sposo al suo destino (la morte). Leonardo e la Sposa rivelano il loro reciproco impossibile amore e si rassegnano alla Morte. Ma la Sposa tornerà, illibata, a confrontarsi con la Madre e a piangere i due uomini che, accoltellatisi a vicenda, sono morti per lei.
“Nozze di sangue” è uno dei titoli più folgoranti della storia del novecento. È la cronaca di un fatto di vita scritta dal poeta. All’interno di questo dramma Lorca ha creato due personaggi enormi, due vittime, due donne: la fidanzata e la madre che trascineranno il dolore sotto un’accurata musicalità flamenca eseguita durante la rappresentazione da Riccardo Rubi e Carmine Nobile alla chitarra e da Gabriele Gagliardi alle percussioni.
In “Nozze di sangue” c’è tanta musica che crea una geometria ritmica, che rende viva la tristezza del dramma con il canto scuro e profondo “cante jondo”. Liuìs Pasqual sintetizza la sua idea registica con un dato di fatto: «La metafora sulla passione e sull’amore che Lorca ha reso immortale in questo testo bruciante e ancora vivissima e attuale in tante civiltà che non appartengono alla cultura europea. Ma lo è, senza dubbio, ancora dentro le nostre frontiere piene d’intolleranza e odio».
Uno spettacolo ricco di passione, di dolore e di attesa. Il dramma disegnato nei personaggi interpretati da Lina Sastri sono palpabili nella sua voce, ma ci sono pure le speranze, una sottile gioia, e di nuovo il dolore che ne è il filo conduttore dell’intera vicenda. La corale interpretazione degli attori in scena hanno creato una naturale armonia sotto il ritmo di un flamenco, a tratti, non soltanto ascoltato, ma evidenziato nelle gesta, grazie alle coreografie di Nuria Castejon.