Un luogo dalla meraviglia indescrivibile, dal fascino sovrastante, uno specchio di vanto e di cultura, vive un momento di analisi fortemente critica. Pompei rischia il crollo. Negli ultimi tempi sono sempre più diffusi i ritagli che descrivono lo stato di emergenza di un luogo archeologico passato alla storia per la sua bellezza dall’ incommensurabile varietà.
Appaiono dunque di forte impegno le petizioni e le richieste di coinvolgimento attivo di chi di dovere ha la necessità di intervenire per salvarla. Nel pomeriggio della scorsa settimana si sono verificati a seguito dei numerosi crolli degli ultimi tempi, ulteriori sconvolgimenti legati alla caduta di pietre collocate nella parte sottostante il tempio di Venere causati sempre dal maltempo.
Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha definito impellente l’intervento di una riunione operativa. L’obiettivo è quello di verificare la causa esatta di questi crolli che hanno incominciato ad interessare Pompei dal dicembre 2013, diventando di natura sempre più dilagante,per poi cerare di attivare un piano di manutenzione che argini concretamente la possibilità di una distruzione di così tanto splendore. L’incontro presso il Mibact prevede l’acuta presenza del Soprintendente Massimo Osanna e di Luigi Mainati direttore generale delle antichità insieme alla presenza di Giovanni Nistri in qualità di promotore del Grande Progetto Pompei. Decisamente un brutto momento di retrocessione questo per la città e per le figure appena citate, che vivamente impegnate, solo pochi giorni fa, intorno alla fine del mese di febbraio, avevano visto portare al termine la Domus del Criptoportico, il primo dei cinque cantieri del progetto partito il 6 febbraio e conclusosi appunto con l’intervento di consolidamento.
La gravità che ha però scosso gli animi a seguito della recentissima frana, pone in allarme il Presidente della Commissione Nazionale per l’Unesco Giovanni Puglisi il quale ha dichiarato quanto sia gravosa la condizione e l’urgenza di un intervento straordinario. Il profilo geo-idrico del luogo lascia trasparire una condizione di ampio disagio dove l’assenza di drenaggio forte dei terreni durante le piogge, potrebbe far crollare la città di Pompei interamente.
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