Il giovanissimo Diego Esposito, finalista di Area Sanremo, lo scorso gennaio ha presentato presso il Teatro del Popolo Castelfiorentino la sua opera prima “È più comodo se dormi da me”. Un album targato Rusty Records, che porta in circuito una musica dalle sfumature autobiografiche, ricca di emotività e sonorità di spessore. Finalista in più occasioni a Musicultura e Sanremo Lab, Diego Esposito collabora come autore con Paolo Lagosta e Lenny De Luca, presso lo studio Lagosta Bross. Nel 2015 arriva finalista ad XFactor, nella squadra di Elio. Sempre nel 2015 giunge in finale al Premio De Andrè e nello stesso anno viene invitato presso l’ambasciata italiana in Cina, in un momento di gemellaggio, per rappresentare il nuovo ca. Nel 2016 porta a compimento la sua campagna di crowdfounding sulla piattaforma Musicraiser, per autofinanziarsi il suo Extended Play, fino all’incontro con il cantautore Zibba, che affascinato dal suo modo di fare musica, decide di avviare una collaborazione per la realizzazione dell’album offrendo la sua collaborazione\direzione artistica e facendogli aprire gli ultimi concerti del suo tour. Diego Esposito traduce in musica nei nove brani contenuti in “È più comodo se dormi da me” le sue esperienze e le sue influenze che vanno da Lucio Dalla a Damien Rice, dal sole della Toscana, a illusioni di indipendenza delle grigie periferie milanesi, e di quel tutto e tanto altro che a ognuno di noi passa per la vita. Dolcissima, sognante e di piacevole apertura musicale è In una Stanza. Una poesia in cui si coglie e raccoglie la sua voce coinvolgente. Accordo di chitarra di natura internazionale in Toscana, dove potrebbe esserci un richiamo al motivo ispiratore di Jhon Bon Jovi. “A far l’amore in un vecchio eliporto, dietro le piante fra le luci abbandonate, qui non parte più nessuno, non arriva più nessuno”. Metaforica e di grande impatto musicale è Vecchio Eliporto, in cui il tono di voce graffiante di Diego Esposito fa da collante. “Due occhi che sembrano vetro, accesso privato di un posto segreto”. È così che canta Le parole quando vanno da sé, una delicata ballata d’amore. L’apertura del pianoforte lascia il posto al deciso accordo di chitarra in Come fosse primavera, il pezzo riconosciuto per essere il motivo con cui Diego Esposito, ha vinto la sezione Area Sanremo. Ritmata e danzante è Fisica quantistica. Un testo deciso dalle note che ricordano un accenno di Mannarino. Si chiama Mare, il pezzo più suggestivo dell’intero album. Non c’è una strofa che non emoziona l’anima e non c’è acuto che non fa venir voglia di accompagnare alla voce del cantautore la nostra. Segue Una canzone, il brano che accompagna verso la fine del viaggio, fotografia autobiografica di un’esperienza personale, dove Diego si chiama per nome e si prende un po’ in giro. L’artista chiude “È più comodo se dormi da me” con Festeggia. “Se non so capire non riesco a perdonare”, un testo di dolce melanconia, una riflessione ricca di sospensioni.
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