Davide Cordova, in arte Fuxia, è stata una delle drag-queen più famose del Muccassassina, il locale più trasgressivo della capitale. La sua storia, tormentata e complessa, ha dichiaratamente ispirato il film Più buio di mezzanotte (“Chiù scuri di mezzanotti non po’ fari” è quello che sua nonna le diceva quando Davide si sentiva triste e solo).
Più buio di mezzanotte è ambientato a Catania nei luoghi dove realmente sono accaduti i fatti ed è l’opera prima di Sebastiano Riso, catanese come Cordova e suo vicino di casa al Pigneto, a Roma. Tutto è partito da una sceneggiatura finalista nel 2010 al Premio Solinas e oggi è in concorso a Cannes nella sezione indipendente Semaine de la critique.
Siamo negli anni ’80 e Davide, per la sua diversità, non si sente accettato dalla sua famiglia, in particolare dal padre il quale, su consiglio di uno psicologo gli somministra anche iniezioni di testosterone. La madre (una splendida Micaela Ramazzotti) è sulla via della cecità per una grave malattia e, nonostante non sia d’accordo con i metodi del marito, è totalmente succube di lui.
Nell’estate dei suoi 16 anni, colui che diventerà poi la mitica Fuxia, esce di casa, prende l’autobus e va nel Parco di Villa Bellini dove dormirà all’addiaccio sulle radici di un ficus e dove incontrerà la sua seconda famiglia fatta di ragazzi e ragazze cacciati di casa, drogati, emarginati e, quasi tutti, dediti alla prostituzione (in via delle Finanze, primo quartiere a luci rosse d’Europa che, negli anni ’80, era popolato da persone di ogni orientamento sessuale). Molto bella è la scena in cui Davide bisbiglia all’orecchio della madre, ritrovata fortuitamente dopo mesi di vita all’aperto, tutto quello che accadeva in casa e lei, pur con dolore, allenta la presa della mano per farlo andar via.
Forte ed interessante in Più buio di mezzanotte è anche la scena in cui il protagonista è costretto ad andare a letto col magnaccia Pippo Delbono per avere cibo e protezione.
Intervistato da Silvia Nucini di Vanity Fair, Davide Cordova afferma di non essersi mai prostituito perché: «sono una donna del Sud, all’antica pure io. Credevo nell’amore non nel sesso. Il mio primo rapporto l’ho avuto a 18 anni».
Più buio di mezzanotte ha il merito di potersi iscrivere all’interno del cinema queer in una scena, quella italiana, che non gode di moltissimi esempi. Nel complesso, però, il film lascia perplessi per spunti non chiariti né sviluppati al meglio e per qualche cliché di troppo.
Inoltre, si mette in luce una comunità lgbt sempre più complessa e affollata di persone che non necessariamente si riconoscono in un qualcosa di definito. Sempre dalla succitata intervista: «La gente mi chiede se deve rivolgersi a me al femminile o al maschile. Io dico: decidi tu, come mi vedi sono. Né Superman né Miss Italia. Sono solo Davide».