Pino Strabioli, attore, regista teatrale e conduttore televisivo italiano, vanta numerosi spettacoli sul cabaret d’epoca diretti da Patrick Rossi Gastaldi e varie esperienze nella prosa.
Poliedrico, raffinato, dotato di una simpatia unica ed elegante, è divenuto negli anni ormai un nome di spicco nel mondo dello spettacolo. Dal teatro alla televisione, Pino riesce ad esternare al meglio le proprie competenze e qualità artistiche in entrambe i settori, pur essendo due modi completamente diversi.
Oltre ad avere ricoperto ruoli come Direttore artistico della stagione di prosa di “Palazzo Santa Chiara” a Roma e del teatro Comunale di Atri-Teramo, Pino Strabioli, ha lavorato per sette edizioni consecutive a Unomattina e Unomattinaestate e condotto per ben dieci anni di seguito il programma di Raitre Cominciamo Bene Prima. Recentemente lo abbiamo visto al fianco di Filippa Lagerbäck alla conduzione della seconda stagione di That’s Italia (La7) un viaggio “curioso e incuriosito” nell’Italia in divenire di oggi.
Chi era Pino Strabioli prima della carriera artistica? Com’è nato il tuo amore per questa magnifica arte?
«Ero un ragazzo curioso, irrequieto, vivevo in provincia e volevo scoprire il mondo. Frequentavo il liceo ad Orvieto, mi piaceva e mi annoiavo, volevo partire, andare. Non stavo mai fermo con la testa, con la fantasia. Viaggiavo da fermo. Il mio amore per la magnifica arte e’ nato incontrandola, entrando a teatro, vedendo il sipario aprirsi, sentendo le voci degli attori, perdendomi nei loro racconti. Capivo che quel mondo in qualche modo mi apparteneva , mi aspettava. Ricordo Umberto Orsini, Gabriele Lavia, Valentina Cortese, Rossella Falk, Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Carmelo Bene …»
Per la Compagnia Stabile del Piccolo Eliseo hai partecipato a due produzioni di lavori di Luigi Pirandello e Massimo Bontempelli, per la regia di Marco Parodi, per poi continuare alla grande il tuo cammino. Quali erano le tue aspettative durante questo lungo percorso?
«Non parlerei di aspettative ma di scoperte, di incontri, di crescita. Il Pirandello a cui fai riferimento era L’uomo, la bestia e la virtu’ con protagonista Roberto Herlitzka. Ogni sera una lezione di grande teatro. E’ un mestiere che s’impara facendolo, ascoltando, rubando con gli occhi. Ho avuto la fortuna di stare accanto a Pupella Maggio, Franca Valeri, Paolo Poli, Gabriella Ferri, Piera Degli esposti, Marina Confalone e tanti altri.»
Hai curato anche la regia per “Caro bugiardo”, “La Signorina Silvani”, “Io li odio i Burattini! ovvero giallo al BBB”, ” Scarpette di cristallo”,”Caro Federico”. Da cosa è nata la tua passione di cimentarti nella regia?
«Non mi definirei un regista, mi è capitato, l’ho fatto, mi e’ anche molto piaciuto, ma farlo con attrici di forza, talento e bravura come Anna Mazzamauro non è difficile. Con Sandra Milo ci siamo molto divertiti a costruire una serata intervista dedicata al mito Fellini.»
Che approccio utilizzi con il mezzo televisivo? Com’è nata la voglia di parlare di teatro in TV?
«Dico spesso che la tv sia meglio farla che guardarla. Credo in una televisione capace di informare con leggerezza. Per dieci stagioni ho condotto un piccolo programma dedicato al teatro , argomento così poco considerato dal piccolo schermo. Da poco ho concluso l’esperienza That’s Italia su La 7d con Filippa Lagerback, una compagna di viaggio fantastica.»
Come può un attore, in questo momento di difficoltà, continuare a lottare per il proprio lavoro, senza lasciarsi condizionare dagli eventi negativi?
«Domanda difficilissima. Resistere e insistere. Concentrarsi sullo studio, sulla preparazione. Essere convinti e certi del proprio talento. »
Cosa senti di dire ai giovani che vogliono intraprendere questo cammino?
«Che lo studio è fondamentale. Che il successo facile è dannoso. Che si deve conoscere che ci ha preceduti. Che nulla accade per caso. Che bisogna diffidare da chi promette guadagni e successi e da chi chiede soldi per regalarti notorietà.
Il nostro è un mestiere bellissimo e per questo va costruito e non improvvisato.»
Ti va di raccontarci aneddoti divertenti accaduti durante uno spettacolo o ripresa televisiva?
«Sono un collezionista di storie, aneddoti legati al palcoscenico. È appena uscito un libro, edito da Rizzoli (Sempre fiori mai un fioraio) dove il grande Paolo Poli me ne racconta moltissimi. Mi sono orribilmente autopromosso!»
Progetti futuri?
«Sto pensando di rimettere in scena uno spettacolo che feci qualche anno fa dedicato a Sergio Tofano e poi spero di poter tornare presto a parlare di teatro a Rai tre.»