Arriva a teatro il seguito dello spettacolo “Il Marchese del Grillo”. Dal 20 gennaio al 7 febbraio, infatti, al Teatro Tirso de Molina, andrà in scena “Il Marchesino del Grillo”, scritto, diretto e interpretato da Pietro Romano.
«Il Marchesino non è una parodia, bensì il proseguimento della storia. C’è tutto di mio in questo spettacolo, il cuore innanzitutto, la testa. Ho sognato di continuare la storia del “Il Marchese del Grillo”. L’ho proiettata 30 anni dopo e mi sono immaginato che ci fossero dei successori, dei i figli, degli eredi alla famiglia che noi però ovviamente vediamo nel film. Ho preso il film come spunto storico, anche se il film stesso ha una forzatura nell’epoca reale dove ha vissuto il Marchese del Grillo che era intorno al 1700, il film invece è ambientato nel 1809, per cui la mia storia si proietta avanti, precisamente nel 1839».
L’idea di portare in scena “Il Marchesino del Grillo” nasce da Pietro Romano, dopo aver interpretato il Marchese Onofrio del Grillo (e il famoso ‘carbonaro’, Gasperino), nel 2008. «Lo spettacolo ebbe molto successo per quanto io fossi abbastanza giovane nell’interpretarlo. Da quel momento ho maturato l’idea di un sequel. Il film si sa è straordinario, meraviglioso, però, io mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo dopo. Molti sono gli attori che hanno interpretato questo personaggio, tra questi anche Enrico Montesano che lo sta portando in scena in questo periodo».
“Il Marchesino del Grillo” – al suo debutto scenico – «è uno spettacolo comico, brillante, leggero, ma c’è anche un po’ di poesia, di amore. È una commedia di prosa con musiche scritte dal maestro Simone Zucca e i testi di Loredana Corrao. È una commedia per tutta la famiglia. Io gioco molto sul doppio senso che fa parte della commedia, ma non ci sono parole che possano urtare i bambini. Lo spettacolo è godibilissimo per tutti.»
Pietro Romano, dopo la recente trasposizione della Commedia dell’Arte di Goldoni e Molière in dialetto romanesco e l’incredibile successo dell’interpretazione de Il Conte Tacchia, mette in scena, con passione e dedizione, “Il Marchesino del Grillo”, che lo vede in veste di regista, sceneggiatore e interprete. «È molto difficile dirigere uno spettacolo nel quale sei anche interprete. Devi essere onesto con te stesso e con gli altri. Quando io sto giù e dirigo, sono un regista a tutti gli effetti e penso al bene dello spettacolo. Aiuto ogni attore fino alla fine e lo accompagno in tutto il percorso. Occorre una grande energia fisica, perché ti devi davvero dividere in due. La prima parte delle prove la faccio dedicandomi solo alla regia, mettendo qualcuno al mio posto sul palco. La seconda parte di prove, a dieci giorni dal debutto, entro in scena io e comincio a costruire il mio personaggio».
Oltre a Pietro Romano, a fare da cornice alla storia si aggiunge un preparatissimo cast composto dal Notaio (Luigi Tani) che alla morte del Marchese convoca gli eredi per l’apertura del testamento: Floria (Valeria Palmacci) con il marito, Mario (Valentino Fanelli), nipoti ‘storici’ del Marchese come Galeazzo (Matteo Montalto) e Yolande (Sara Adami), promessi sposi. Non mancherà l’amministratore di famiglia, Speranzio (Marcopaolo Tucci). E come in ogni palazzo ‘per bene’, naturalmente c’è la serva, Assunta (Claudia Tosoni), impegnata in molto più delle faccende ordinarie. Per mantenere alto il titolo, quanto ad usi e costumi, è indispensabile l’intervento di Adalberto Marini Recchia, maestro di buone maniere (Pierre Bresolin, che interpreta anche il ruolo del Prete, al funerale del Marchese).