Suonano, come un’orchestra affiatata, i sette pianeti rocciosi dello straordinario sistema planetario Trappist-1 che si trova ad appena 40 anni luce dal sistema solare. La straordinaria scoperta si deve ad uno nuovo studio dell’Università di Toronto, guidato da Dan Tamayo e pubblicato su Astrophysical Journal Letters, che smentisce le simulazioni precedenti.
Precisamente si tratta di una catena di risonanze orbitali che mantiene il sistema stabile nel tempo: quando, infatti, dei corpi celesti sono in risonanza orbitale, i rispettivi periodi di rivoluzione sono in un rapporto ben preciso tra loro. Per esempio, nel nostro sistema solare, nello stesso esatto tempo in cui Nettuno orbita tre volte intorno al sole, Plutone lo fa due volte. Il sistema di Trappist-1 porta questo principio ad un nuovo livello poiché mantiene tutti i sette pianeti in una catena di risonanze orbitali.
Grazie alle simulazioni eseguite al computer del ritmo orbitale di questi sette pianeti, i ricercatori hanno ottenuto una “partitura” che sintetizza il funzionamento dell’intero sistema, creando un’animazione in cui i pianeti producono una nota di pianoforte ogni volta che passano davanti alla loro stella ed un colpo di batteria ogni volta che un pianeta sorpassa il suo vicino più prossimo.