Ieri sera al Marconi Teatro Festival di Roma, Peppe Vessicchio ha presentato il suo libro “La musica fa crescere i pomodori”, scritto insieme al giornalista Angelo Carotenuto, a guidare la conversazione Andrea Rizzoli.
Il libro, a dispetto del titolo, parla della vita del maestro Vessicchio, con aneddoti che ne hanno caratterizzato la sua giovinezza, la vita artistica e i suoi successi che lo hanno fatto diventare uno dei personaggi più amati dal pubblico. Insieme a questo vi è anche un’analisi per cui il musicista ha avvicinato con naturalezza la musica all’ambiente, alle piante, alla personalità: «La musica non è solo stimolo cerebrale. La musica ha la capacità di entrare nel fondo di noi. Può parlare alle nostre cellule e con una parte di noi che non conosciamo. E quando gli armonici si combinano in modo naturale, l’equilibrio delle loro attrazioni è pacifico e ci dà benessere».
«Il libro nasce dalla volontà di un editore, perché io non avrei mai scritto un libro», racconta Peppe Vessicchio al pubblico presente, ammaliato dalla sua pacatezza e dal suo spirito nel raccontare i suoi ricordi legati alla sua carriera artistica. Il tutto è nato per puro caso, ha aggiunto il maestro, specificando che un editore aveva letto un articolo su Repubblica in cui si parlava della sua vita e successivamente gli ha proposto di scrivere un libro. Come spiegato dallo stesso Vessicchio, a un certo punto della sua vita si è ritrovato a non avere più stimoli, emozioni da mettere nella musica, e per questo si è dedicato a qualcosa di diverso. Casualmente ha spinto il suo amore per la musica verso la natura, seguendo alcuni esperimenti che erano stati fatti sulle mucche. «Musica armonico-naturale, io la definisco così. Se tutte le cose che ci circondano avessero questo equilibrio, questa propria formidabile individualità all’interno di un insieme, ci troveremmo in una condizione ideale».
Da qui il suo dedicare tempo e passione ai pomodori e alle piante, attraverso la musica di Mozart che funziona benissimo o Beethoven, che nonostante lui stesso ami tantissimo, con le piante funziona di meno, ma anche la musica di altri musicisti, per scoprire che questa aiuta e difende le piante, anche da batteri, facendole vivere meglio. Insomma, anche le piante “amano” la musica, come l’uomo o gli altri animali.
Musicista, arrangiatore, direttore d’orchestra e compositore, Peppe Vessicchio non è un conoscitore non solo di musica, ma anche di biologia. Nel corso della presentazione di “La musica fa crescere i pomodori” ha spiegato con semplicità processi difficili, compresi con interesse dal pubblico, ma soprattutto ha raccontato aneddoti legati alla sua carriera, come quello con Elio e Le Storie Tese, quando lo volle come maestro dell’orchestra al Festival di Sanremo per arrivare ultimi, invece si classificarono secondi con “La guerra dei cachi” rimasta nella storia anche per il famoso attacco “pronti-partenza-via”: era il 1996. O quando alla Rai, giovane maestro sostituto, fu messo alla prova dai suoi orchestrali per vedere se era capace di ricoprire quel ruolo. Queste ed altre curiosità sono racchiuse in quello che viene definito un saggio pop autobiografico edito da Rizzoli.
La semplicità e disponibilità del grande maestro, ben nota nell’ambiente, ha subito conquistato i presenti, come quando al Festival di Sanremo del 2016 fu composto l’hashtag #usciteVessicchio. Peppe Vessicchio non ha negato strette di mano, foto, restando in mezzo al suo pubblico con naturalezza regalando e momenti di puro divertimento.