La giornalista e scrittrice Stefania Bonomi, a distanza di sette anni dal suo primo romanzo “Perché ti ho messo al mondo”, si affaccia nuovamente al mondo dell’editoria con “Il pentagramma dell’anima”. Mentre nel precedente lavoro si parlava di un’avvincente storia di affetti famigliari, in questo romanzo vede al centro della storia l’energia universale, le emozioni e l’amore eterno per la musica, in cui i personaggi vivono in luoghi diversi: due su questo pianeta (Maria Sole e Lucas Prandi) e due in una dimensione energetica e spirituale dove si arriva una volta terminato il percorso terreno (Leonardo Alfieri e Amanda). Un romanzo che vale la pena leggere, sia per i credenti, sia per in non credenti, perché potrebbero cambiare opinione.
Nel 2012 hai pubblicato il primo romanzo “Perché ti ho messo al mondo” e dopo una pausa di sette anni, sei tornata ad affacciarti al mondo editoriale con “Il pentagramma dell’Anima”. Come nasce l’idea di questo nuovo romanzo?
«Fa un po’ strano il fatto che siano passati così tanti anni, però in tutto questo tempo mi sono dedicata ad altro. L’idea di questo romanzo nasce nel 2016. Volevo ritornare a scrivere ed erano anni che seguivo molto la fisica quantistica e tutto il mondo dell’energia. Quindi una sera che ero tranquilla su una spiaggia, la notte di San Lorenzo, guardando le stelle mi sono detta che dovevano esserci due persone sulla Terra che avrebbero avuto qualcosa, che a sua volta li avrebbe portati ad incontrarsi. Qui nasce la storia terrena. Nel momento in cui ho pensato a questa cosa, ho deciso che doveva essere qualcosa di molto più grande, che ci potesse essere un destino, una coincidenza. A quel punto ho creato un altro mondo, ovvero un posto dove tutti andremo una volta lasciato il nostro corpo, un mondo energetico. Io non ho parlato di Paradiso, di angeli o di religioni, ma ho semplicemente parlato di un mondo energetico, che nel momento in cui il nostro corpo non c’è più, la nostra anima sale in questa nuova dimensione, ed è proprio in questa dimensione cosmica che ho creato un mondo perfettamente organizzato, dove i ruoli sono divisi, insomma un altro mondo».
Quattro sono i protagonisti che si “incontrano” nel romanzo e che vivono in luoghi diversi: due su questo pianeta e due in una dimensione energetica e spirituale dove si arriva una volta terminato il percorso terreno.
« Leonardo Alfieri è il narratore ed è lui a scrivere in prima persona, ed è dall’altra parte. Quando ho iniziato a raccontare il mondo energetico in cui si trovava Leonardo Alfieri, man mano sono venute fuori anche delle cose molto particolari. Chi mi parlava, mi raccontava anche in modo molto dettagliato il mondo energetico in cui si trovava, aveva grandi occhi azzurri e la descrizione di se stesso mi riportavano all’amico Giorgio Faletti. Leonardo Alfieri ha una guida spirituale che si chiama Amanda. Del nostro pianeta abbiamo Maria Sole e Lucas Prandi. Mari Sole è una ragazza disincantata dalla vita, in quanto è rimasta orfana di entrambi i genitori, anche in modo piuttosto brutale, quindi ha perso qualsiasi logica di spiritualità, emozionale, non crede più nell’amore, però ha un grandissimo talento che è quello musicale, infatti suona il piano. Anche Lucas Prandi vive in una situazione molto simile a quella di Maria Sole. Ha amato una donna che l’ha lasciato, quindi ha deciso di abbandonare qualsiasi tipo di corretta via, ma soprattutto per dimenticare si è dato all’alcol. Essendo un realizzatore di videoclip musicali, anche lui ha questa grandissima passione per la musica da quando era bambino. Quindi abbiamo sulla Terra due personaggi che non si conoscono, ma hanno in comune questa enorme passione, mentre nell’altra dimensione abbiamo Leonardo Alfieri ed Amanda, i quali dovranno cercare di purificare l’anima dell’umanità, infatti hanno delle missioni, almeno Leonardo ce ne ha una ed è Amanda. Leonardo deve riuscire ad interagire con Amanda per portarla sulla retta via, ovvero attraverso la musica».
La musica ha un ruolo molto importante in questo romanzo?
«La musica è fondamentale, perché sia Amanda, Luca Leonardo e Maria Sole hanno dentro l’anima lo stesso pentagramma, la stessa scrittura musicale, ed è proprio questo che hanno in comune che li porterà ad incontrarsi. Essendo la musica una cosa che porta ad un grandissimo livello emozionale, nel momento in cui Maria Sole suona, lei realmente si abbandona a questa passione e si incanala laddove vengono abbandonate tutte le cose terrene, quindi non si ricorda più di avere un corpo, non ricorda più i suoi dolori ed emergono solo le emozioni, altamente positive. Attraverso questa apertura di canale, ecco che riesce a comunicare con Leonardo Alfieri».
C’è una canzone o una musica in particolare che ha ispirato la scrittura di questo libro?
«Non c’è una canzone o una musica in particolare. È vero che tutti nel libro cantano Imagine di John Lennon, infatti se vai a leggere il testo, ti accorgi che viene creato per l’aldilà. La cosa molto particolare è che rispetto a quello che può essere un romanzo fantastico, Maria Sole e Lucas non hanno la consapevolezza di parlare con l’aldilà, loro hanno delle rivelazioni, ma Leonardo e Amanda riescono ad entrare nella loro anima attraverso la musica, quindi loro non si rendono conto che stanno facendo un percorso spirituale. Naturalmente l’intento è quello di farli incontrare, ma questo non posso svelarlo, potrebbe accadere o non accadere. La cosa particolare è che Leonardo che sta dall’altra parte, un bellissimo mondo dove puoi decidere quello che è il tuo futuro, non c’è né spazio, né tempo, tutto si svolge in trasformazione. Il tempo lo abbiamo inventato noi sulla Terra, dall’altra parte un anno può essere cento anni e un minuto può essere cinque minuti, quindi loro non hanno un tempo».
Quando hai iniziato a scrivere avevi già la storia in mente oppure tutto è nato di volta in volta?
«Assolutamente no. Io non ho mai iniziato nella mia vita un romanzo sapendo come si sarebbe svolta la storia. Solitamente inizio a scrivere avendo un’idea e poi man mano il romanzo si sviluppa. “Il pentagramma dell’anima” ha avuto la particolarità che mi è entrato appunto Giorgio Faletti, in cui lui mi parlava e mi dava delle informazioni estremamente dettagliate di questo mondo spirituale. Premetto che sono una persona concreta e poco spirituale. Non ho mai letto libri in materia, non mi sono mai informata, non mi sono mai avvicinata al mondo spirituale se non appunto con la fisica quantistica, in cui si parla di energia. Ad un certo punto quando ho finito il romanzo, l’ho fatto leggere ad uno scrittore esperto di destino e coincidenze. Dopo averlo letto, mi ha chiamato e mi ha chiesto se avessi letto qualche testo prima di scrivere il romanzo. Poi ha aggiunto dicendo che secondo lui in questo libro avevo scritto dieci anni di studi che lui stava portando avanti sull’aldilà. A quel punto, non convinta, ho cercato una delle più grandi in Italia, Manuela Pompas. L’ho contatta e dopo aver letto il mio libro ha confermato la stessa cosa».
Oggi, purtroppo, si legge molto poco. Perché leggere il tuo romanzo?
«Diciamo che è un romanzo adatto sia per chi crede nell’altro mondo, sia per chi non crede, perché invece potrebbe cambiare idea».
Oltre alle presentazioni del libro a Milano e a Roma, oggi al Caffè Novecentosette di Parabiago (MI), ci saranno altre date?
«Sono stata invitata dal Comune di Marciana Marina all’Isola d’Elba a presentare il romanzo in occasione dell’anniversario della morte di Giorgio Faletti. Inoltre ci saranno anche altre tappe che al momento non sono ancora confermate».
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