Presentato alla stampa il nuovo spettacolo “E Pecchè? E Pecchè?E Pecchè? Pulcinella in Purgatorio” con la regia di Andrea De Rosa, che sarà in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli dal 17 al 27 gennaio 2019. La drammaturgia è di Linda Dalisi, in scena Massimo Andrei, Maurizio Azzurro, Anna Coppola, Rosario Giglio, Marco Palumbo, Isacco Venturini. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli Teatro Nazionale.
«La figura di Pulcinella non è una semplice maschera ma incarna, attraverso la sua inestinguibile vitalità, i mille volti del popolo napoletano -ha sottolineato Andrea De Rosa – che, grazie al suo atavico spirito critico, mette in discussione l’autorità del potere e attraverso l’ironia e lo sberleffo esorcizza i problemi e la Morte. Grazie al prezioso contributo di Linda Dalisi e degli insostituibili attori ho dato vita a vari Pulcinella, che si fanno portavoce del periodo storico in cui vivono, da quello del Settecento napoletano, a quello di Petito, Cimarosa, Paisiello, fino ad approdare alle guarrattelle e a Maradona».
Il regista ha voluto rappresentare il palcoscenico come luogo d’attesa, prendendo spunto da un racconto di Franz Kafka, che narra di un uomo che non riesce ad entrare da una porta e nell’attesa lo raggiunge la morte.
«Dal rapporto dei Napoletani con il basso e il suolo – continua De Rosa – ho trasformato la porta in un tombino salvifico, custodito da una guardiana che interagisce con i Pulcinella attraverso dogmi incomprensibili».
La drammaturga Linda Dalisi ha sottolineato la coralità dello spettacolo, che pur nel rispetto della tradizione, la affronta in maniera non convenzionale. «Il titolo “E Pecchè? E Pecche? E Pecchè? -ha dichiarato la Dalisi – prende spunto dalle domande che il bambino Pulcinella pone all’infinito al genitore, per appagare la sua sete di conoscenza e di irriverente creatività».
Il Pulcinella di Andrea De Rosa, come emblema della condizione umana, vive in attesa di qualcosa che tarda a venire, o che non verrà mai, che potremmo definire fatalismo, anche se il suo non arrendersi mai e la sua profonda vitalità lo allontana dall’essere etichettato come personaggio inerte e inconcludente. Le scene e i costumi sono di Simone Mannino, le luci di Pasquale Mari, il suono di G.u.p.Alcaro, i movimenti di scena di Isacco Venturini.