C’è qualcosa di ambizioso e ammirevole nell’immagine che Patty Pravo da inconsapevolmente di sè alla vigilia dell’ennesimo ritorno a Sanremo. Forse perché il nuovo album “Eccomi” è davvero uno di quei dischi d’autore che nessuno fa più, con la voglia di dire qualcosa ancora più avanti degli altri, anche se la casa discografica si affretta a dire che nel 2016 ricorrono i 50 anni di carriera della ragazza del Piper. Ci saranno festeggiamenti in tv, presumibilmente dopo l’estate, ma per ora è all’album che Patty Pravo guarda con più orgoglio.
Che anno sarà?
«Torno al festival consapevole che il palcoscenico fa sempre paura. Ma sono contenta di protare una canzone come Cieli Immensi, che alla fine mi è stata suggerita da Carlo Conti. L’ha scritta Fortunato Zampaglione, io avevo pensato a quella di Giuliano Sangiorgi, A Parte Te.»
Poi ad aprile il tour…
«Sì ogni tour è diverso, anche perché credo sempre di aver riarrangiato i miei pezzi del passato senza stravolgerli. In questo momento sto riascoltando la mia discografia perché mi fa bene soffermarmi su alcune cose. Come ero brava lì, oppure, che bella cosa che fatto in questo.»
Il disco ti ha richiesto molto tempo?
«Sì, l’ho annunciato per troppo tempo e per questo l’ho intitolato Eccomi. Ci ho messo un anno e mezzo, molto del tempo se ne è andato per ascoltare i 700 pezzi che mi sono arrivati. Qualcosa di buono ho trovato, poi Giuliano mi ha consigliato Michele Canova a Los Angeles per le registrazioni. Non ci sono stata per molto, quindici giorni in tutto, ma lui è stato molto bravo e accogliente.»
Quindi è un album che contiene molte firme note e altre meno, o addirittura presenze spiazzanti…
«Sì, il rap c’è con Emis Killa, che è l’incontro di simpatia, dopo aver cazzeggiato tutta la notte ci siamo ripromessi di scrivere assieme. Zibba è stato l’animo meraviglioso. Mi viene a trovare, sta venti minuti sul divano e se ne va. Dopo due ore mi arriva il pezzo, che è poi un testo che è davvero per me.»
Sembra di ritrovare lo stesso spirito di Notti, Guai e Libertà, l’album di tanti cantautori che ti scrissero pezzi nel 1998.
«Sì, è stato un bel disco che ha avuto molto riscontro quello, ma lì erano amici che scrivevano per me. Qui sono più giovani, che poi è difficile oggi. Sai, se non vanno più indietro del grunge, come si fa? Io ho trovato persone appassionate per fortuna, e qualcosa attingo pure io da loro.»
Nella serata di cover a Sanremo citerai te stessa con Tutt’al più. Come è nata la scelta?
«Non è una citazione perché Fred De Palma l’ha stravolta e l’ha fatta diventare quasi un’altra canzone. Sarebbe stata una cover di me stessa se fossi andata con il piano e voce…non vedo l’ora di farvela sentire.»