È ben conscio Jason Derulo del successo che riscuote presso il pubblico femminile per la sua prestanza. Ma è anche convinto, con ragione, che il vero successo professionale gli deriva da un’abilità costante di scrivere bei pezzi pop. L’ultimo si chiama Want To Want Me è già tra i brani più suonati dalle radio italiane e nella classifica dei singoli più venduti, mentre negli USA è già arrivato al numero 10 della Billboard Hot 100, diventando il sesto singolo di Derulo ad entrare nella Top 10 Usa. Il tormentone (ve ne accorgerete tra qualche settimana) fa parte di EVERYTHING IS 4, il nuovo album della superstar che contiene 11 pezzi con sonorità pop, dance, urban e R’n’B. Numerose le collaborazioni importanti, tra gli altri Stevie Wonder, Jennifer Lopez, Keith Urban, Megan Trainor e Matoma. Ci siamo fatti spiegare tutto il giorno dopo il suo passaggio a The Voice of Italy.
Jason, che vuol dire Everything Is Four per te?
«Tutto è per la mia famiglia, per la mia mamma, per la musica. Faccio tutto per provare a me stesso di potercela fare…ma in inglese vuole dire anche 4, che è il numero su cui si reggono le gambe di un tavolo, l’alternanza delle stagioni.»
Può essere anche inteso come l’unione di quattro generi musicali che tu proponi?
«Non ci ho mai pensato, anche perché nell’album ci sono più generi. C’è il coutnry, il pop, l’r n’ b. Ho incontrato Stevie Wonder a una cena alla Casa Bianca e gli ho proposto di suonare l’armonica, così, come se fosse uno di famiglia. Quando è venuto in studio era una leggenda, si è presentato con 15 armoniche diverse. Abbiamo inciso il pezzo Broke che è un mix di tanti stili, non avrei mai immaginato di riuscire a combinaretutto ciò.»
Pensi che sarà il prossimo singolo?
«In verità ho messo online delle grab-songs sperando che le visualizzazioni mi dessero un’indicazione di quello che il pubblico voleva di più. Sono piaciute tutte e il compito della scelta non è stato facilitato come speravo. Questo è un disco che vale nella sua interezza, vorrei fare un video per ogni pezzo perché non vorrei essere ingiusto con le canzoni, non vorrei lasciarne indietro nessuna.»
Cosa ci vuole per arrivare sempre nella Billboard chart?
«Penso che il talento sia la vera chiave. E anche il saper scrivere, quella è un’abilità che i bravi autori hanno per sempre. E quindi mi piace pensare che chi si scrive le cose da solo non debba dipendere dal talento altrui.»
Ci sono delle cose che ti ispirano a scrivere?
«A volte penso di essere guidato da Dio per le idee che ho in testa. Mi piace la sperimentazione, vengo da Miami dove ci sono tanti stili musicali e a me piace mischiarli. C’è anche un modo di affrontare la musica che ho dentro, quello che punta all’evoluzione e alla non ripetizione.»
Hai fatto anche musical, cosa ti è rimasta di quella esperienza?
«Da piccolo devi trovare la tua strada. Mi piaceva il rap, il jazz. Le tentavo, e mi sono appassionato ai musical finché non sono stato preso da una produzione a Broadway. Ho avuto finalmente il ruolo che sognavo e poi…non mi è piaciuto più. Il fatto di pensare di dover fare quello ogni sera della mia vita mi ha fatto tornare al mio primo amore che è il pop. Voglio essere un grande performer di pop, perché nei miei dischi c’è sempre una canzone per tutti.»
Duetti anche con Meghan Trainor in Painkiller. Cos’è il tuo antidolorifico?
«Volevo parlare di una relazione che finisce e di come le avventure di una notte possono far bene. Non riesco a scrivere di cose che non mi capitano e a me capita questo. Anche se per un breve tempo, le avventure fanno bene.»
Invece com’è andata con Jennifer Lopez che canta su Try Me?
«Abbiamo ballato e fatto festa per due notti per raggiungere il giusto vibe su quel pezzo. Lei è fantastica, si è materializzata dal muro della mia stanzetta nel mio studio di registrazione. Ne siamo usciti fuori con una canzone House stile caraibico che è davvero entusiasmante. Lei è tutto quello che immaginavo, in positivo ovviamente.»
Di cosa sei maggiormente soddisfatto nella tua carriera?
«Di avere basi solide su cui puntare. Di essere sempre alla ricerca di come sorprendere le persone, mi piace molto questo aspetto del mio lavoro. Voglio anche sempre cercare strade non percorse, in modo da rendere ogni canzone diversa, è come una grande unione di mondi diversi che si incontrano, che è anche la chiave giusta per vivere bene. Faccio musica camaleontica e ne sono fiero.»